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Catania, Mancini: “Fallimento non è colpa mia. Palermo e Tuttolomondo, la verità”

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L'imprenditore che avrebbe dovuto rilevare le quote societarie del Catania ha parlato a margine del fallimento definitivo del club etneo, per il quale la trattativa non è mai davvero decollata

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Parola a Benedetto Mancini. Ormai arenatasi la trattativa per l'acquisto delle quote societarie del Catania, con il club ormai fallito e la squadra esclusa dal campionato di Serie C, l'imprenditore romano è tornato a parlare delle diverse questioni che l'hanno visto coinvolto nel futuro del club etneo. Intervistato ai microfoni di TMW, Mancini ha sottolineato in maniera marcata quanto la volontà ferma di voler acquistare il Catania ci fosse, evidenziando il suo massimo impegno nella trattativa che non si è poi conclusa. L'imprenditore ha anche parlato delle vicende che lo coinvolsero anni fa anche a Palermo, con la mancata fideiussione del club allora di Tuttolomondo.

Ecco, di seguito, le sue parole: “La convocazione è arrivata tardi, neanche lo sapevo. Così per coerenza il giorno dopo ho fatto il deposito dal notaio e dato disponibilità a fare l’atto l’11 aprile. Avevo messo i soldi a disposizione per il Catania, ero disposto ad andare avanti e far usare i soldi per le spese. Avevo scelto Catania per dei semplici motivi. La piazza, il progetto calcistico e sulla città, sullo sport per i giovani. E poi quanta gente si è interessata al Catania? Perché non si parla di chi ha portato il Catania ad avere tutti questi debiti?". 

"Palermo di Tuttolomondo? Quando la mattina era uscita la notizia che il Palermo non si era iscritto al campionato, alle otto e mezza chiamai Fabrizio Lucchesi e gli chiesi lumi. Mi rispose che della fideiussione non sapeva nullae mi fece parlare con Tuttolomondo. Mi dissero che la fideiussione era emessa da Lev Ins. In realtà la società bulgara non sapeva nulla. Così invitai Tuttolomondo a parlare con i legali della Lev Ins, la fideiussione era falsa. E quindi ho accompagnato Tuttolomondo dai Carabinieri a fare la denuncia. E i Carabinieri conoscevano già questo broker che lo aveva truffato”.

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