"Negli ultimi frenetici giorni legati agli sviluppi della 'questione Calcio Catania', gira voce che solo uno dei soci Sigi sarebbe stato disponibile a fare aumenti di capitale, mettendo, per così dire, mani al portafoglio. In realtà non è così. La maggior parte dei soci della Sigi, ha sempre corrisposto, in base alle quote sottoscritte, l’aumento di capitale. Per quanto mi riguarda e nello specifico ho sempre rispettato e corrisposto secondo legge, ed in misura proporzionale rispetto alla mia presenza nell’azionariato. Anzi a dire il vero, ho pure aggiunto anche altro capitale per conto di chi in quel momento non poteva 'assolvere'". Lo ha detto Angelo Maugeri in una nota. Il noto imprenditore etneo, socio della Sigi, ha ricordato inoltre come "il progetto Catania ebbe inizio nel settembre del 2019, quando venni contattato da Maurizio Pellegrino ed insieme ad altre persone si parlava di azionariato diffuso, la formula scelta mi trovava pienamente d’accordo".
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Catania, l’appello di Maugeri: “Situazione drammatica, tutti versino proprie quote”
La nota di Angelo Maugeri, noto imprenditore etneo e socio della Sigi dopo le ultime notizie relative alla crisi finanziaria del Catania
"Da tifoso desidero ricordare che sono sponsor del Calcio Catania dal 2006, presente senza se e senza ma, sia nei momenti 'belli' che in quelli 'brutti'. Sono sempre stato disponibile ed in particolare nell’ultimo periodo. Ma la mia amarezza, il mio rammarico, comincia quando, da un azionariato diffuso, appunto, che doveva portare la città ad appropriarsi della propria squadra in modo finalmente concreto e partecipe, si è passati ad un azionariato, per così dire, 'indiffuso', nuovamente legato alla sorte di volenterosi imprenditori, ma sempre vittima di tanti, troppi problemi difficili da risolvere", ha proseguito.
"Altro personale rammarico è quello relativo a Joe Tacopina. Pur avendoci anche ironizzato sopra, nella realtà ho sempre concretamente mostrato l’apertura mia personale a quel progetto ed ho in incoraggiato la Sigi, anche assumendomi la responsabilità di una simile proposta, a dirsi disponibile a regalare a Tacopina anche il 30, il 60 o addirittura il 100% a Tacopina del Calcio Catania, poiché il suo, risultava essere un progetto serio e degno d’essere portato avanti. Invece è saltato tutto per motivi che ancora non sono del tutto noti a chi, come me, non ha gestito la trattativa. Oggi siamo in una situazione drammatica e, anziché polemizzare su 'chi ha messo quanto o chi non messo tanto', bisognerebbe che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e contribuisca a trovare una soluzione che dia la sicurezza che il sodalizio rossazzurro e la città etnea meritano. L’auspicio finale è anche un appello: chi, tra i soci Sigi, ancora deve 'versare' le proprie quote, lo faccia. Non è il calcolo che può muovere le nostre mosse ma solo il cuore. Solo così si può salvare il Catania", ha concluso.
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