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Catania, Izco: “Voglio vincere il derby. E quella lite tra Andujar e Barreto…”

Catania

Le dichiarazioni rilasciate da centrocampista del Catania in vista del derby col Palermo, in programma domenica al "Massimino"

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"Ho vissuto quel giorno in maniera non certo ideale: non ho giocato e ci tenevo, abbiamo anche perso. Parliamo d’altro". Lo ha detto Mariano Izco, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". L'esperto centrocampista classe 1983, che nella scorsa stagione è rimasto in panchina, ha disputato da protagonista diversi derby. E domenica contro gli uomini di Giacomo Filippi potrebbe giocare titolare. "Ci tengo, mi ritengo un catanese d’adozione, abito a poche centinaia di metri da Torre del Grifo e vivo questa settimana con la giusta carica", le sue parole.

TIFOSI E SQUADRA -"Nei momenti di difficoltà i tifosi si sono schierati al nostro fianco. Faranno emergere sicuramente qualcosa in più in noi giocatori. La squadra ha già capito tutto, bisogna giocare per la città, per i tifosi, per noi stessi. Dopo tre sconfitte nelle ultime quattro sfide un successo avrebbe un significato doppio, triplo. Ci permetterebbe di risollevare morale e classifica. Rivedrò Dall’Oglio, ex di turno: se dovessi giocare sarebbe un duello tosto. Da giocatore, i ragazzi mi fanno sentire importante, ascoltano consigli e indicazioni. Siamo sereni e carichi. Potrebbe essere il mio ultimo? Magari sì, per questo voglio vincerlo una volta di più", le sue parole.

I DERBY -"Nel 2008-2009 vincemmo per 2-0? Ci allenava Zenga, dall’altra parte dovevamo contrastare fior di campioni come Simplicio, Miccoli e Cavani. Ma con la spinta della nostra gente prevalemmo. C’è anche un 2-0 datato 2009-10 con Mihajlovic in panchina? E con due gol segnati da Maxi Lopez, con il pubblico in visibilio. Quando vinci alla fine conta solo quello. Come preparavano i derby Zenga, Mihajlovic, Simeone, Montella, Maran? Tutti grandissimi allenatori, come Baldini e Marino. Zenga cercava di smorzare la tensione con le battute, ma lavorava sodo. Sinisa e Simeone erano galvanizzatori. Mihajlovic non parlava. Bastava uno sguardo per farci capire l’importanza della gara. Con Montella e Maran abbiamo giocato un calcio spettacolare".

L'ANEDDOTO -"Era il Catania degli argentini e degli italiani? Era il Catania e basta, non c’era differenza di provenienza. L’episodio più curioso? La lite tra Andujar e Barreto nel 2013. Il nostro portiere beccò una botta alla nuca dall’avversario. Lo rincorse placcandolo e finì in rissa. Fu squalificato per tre turni. Ma c’è anche un altro ricordo a cui sono legato. Gli allenamenti a porte aperte di metà settimana, con 5 mila tifosi a spingerci. Sembrava già una gara di campionato, quella partitina del giovedì. Da brividi. Lo slogan è: i derby non si perdono. Tre giorni fa Andujar ha pareggiato 4-4 con l’Estudiantes contro il Gymnasia La Plata: un Catania-Palermo d’Argentina", ha concluso.

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