Quale futuro per il Catania?
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Catania, il presidente Astorina: “Ho seri dubbi che la Serie C possa ripartire. Cessione club? Se non dovessero arrivare offerte…”
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Catania e liquidatore di Finaria: "Ci atterremo alla procedura prevista dal concordato preventivo"
Finaria, la holding italiana che controlla le attività dell'imprenditore Antonino Pulvirenti, suo azionista di riferimento, è in liquidazione. Per questo motivo, è diventato necessario vendere gli asset. Tra questi proprio il Calcio Catania. Una settimana fa, la bocciatura della proposta d'acquisto avanzata dalla cordata rappresentata da Maurizio Pellegrino e Fabio Pagliara.
"Se con la cordata Pellegrini-Pagliara è davvero finita? Non dovete chiederlo a noi. E' stata data una prima risposta ed esiste un concordato preventivo in Tribunale per quel che riguarda gli asset di Finaria, Catania compreso. Loro non vogliono partecipare ad aste, però l'affare non può che andare in porto se non attraverso la cosiddetta procedura competitiva. Se ci saranno solo loro, il Catania diventerà probabilmente proprietà del 'Comitato', viceversa bisognerà vedere chi avrà offerto di più. Altre figure interessate? Di richieste di informazioni ne ho avute, non è un mistero, ma ad oggi siamo fermi a questo. Se confermo che Finaria vuole vendere il Catania? Se esiste un concordato preventivo non può che essere così. Se non dovessero arrivare offerte? La risposta è meno scontata di quel che possa sembrare. Con l'emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese ci sono scenari che stanno cambiando. Non è detto che non si trovino delle soluzioni, anche se la dirigenza non ha mai nascosto che la situazione del Catania è delicata". Lo ha dichiarato il presidente del Catania e liquidatore di Finaria, Gianluca Astorina, intervistato ai microfoni del 'Corriere dello Sport'.
RIPRESA - "Gli incassi? Io ho forti dubbi che la Serie C possa ricominciare. Ancor di più dopo aver letto la nota della Federbasket che bloccava definitivamente l'attività perché negli sport di squadra non è possibile mantenere la distanza di sicurezza. Forse per la A, che muove altri interessi e in cui le squadre possono spostarsi in charter, si troveranno soluzioni, ma in C come si farebbe? Partiremmo con carovane di 28 auto? Facile che ci si riveda in campo solo con la nuova stagione. Un peccato dal punto di vista sportivo? Considerato che eravamo in netta ripresa non ho dubbi, è così, ma la salute è prioritaria. La sospensione un aiuto indiretto per noi? Anche. Fra rinvii di scadenze e altro ancora certamente non vedremmo precipitare la nostra situazione economica. Ciò anche se adesso diventa fondamentale che l'Aic condivida il principio della Cig per i calciatori. Perché accettarla significherebbe garantire la sopravvivenza ad almeno il 60% delle società di C, che l'anno prossimo potrebbero continuare a pagare gli stipendi a giocatori e staff tecnici. Forzare la mano potrebbe portare al fallimento tanti club e una pletora di atleti si ritroverebbe non a cercare una squadra, ma un nuovo lavoro...", ha concluso Astorina.
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