"Fu il coronamento di un sogno. L’anno prima a Messina avevamo perso la doppia finale dopo una rincorsa clamorosa. Quel ko non ci distrusse, ci rafforzò. Così nel 2002 siamo rimessi a correre confezionando un capolavoro". Lo ha detto Riccardo Gaucci, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". L'ex presidente del Catania, che ha ricordato lo storico salto in Serie B degli etnei nel 2002, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
LE DICHIARAZIONI
Catania, Gaucci: “Provato a salvare il club, ma non volevo fare figuracce”
Le dichiarazioni rilasciate dall'ex presidente del Catania, Riccardo Gaucci: "Avevamo redatto un piano"
"Fu merito dei ragazzi, di tutta la città. Eravamo uniti, uno spettacolo. Era quello che sognavamo. Quel successo rese giustizia a Catania: stadio pieno, categoria adeguata, altri progetti. Poi la Serie A era il posto naturale che grazie ad altri dirigenti la città seppe guadagnarsi. Il ricordo più intenso? La seconda finale disputata a Taranto. Soffrimmo in partita, io ero circondato dalla polizia, al fischio finale dovetti fuggire dal terreno di gioco. Sono anche riusciti a colpirmi, ma era tale la gioia che le malefatte passarono in secondo piano. Dopo 15 anni di sofferenza, un tempo lunghissimo, ritrovare la Serie B in un ambiente che vive per il calcio era meraviglioso. Certo, l’anno dopo sono stati commessi errori, cambiati troppi allenatori e tanti giocatori. Ma abbiamo agito sempre per il bene del Catania", le sue parole.
IL POSSIBILE RITORNO -"Io e mio padre portammo in rossazzurro fior di attaccanti? Cito Eddy Baggio, 18 gol nell’anno del salto in Serie B. Ma anche Oliveira in coppia con Taldo, Possanzini che poi spiccò il volo (a Catania non si ambientò appieno), Cicconi, Bucchi. Tanti e tanti altri. Un mio ritorno? Dico la verità e non mi nascondo. Sì, ho provato, mi sarebbe anche piaciuto con grande orgoglio e determinazione tornare in una città che amo alla follia anche oggi. Ma non c’erano i presupposti per entrare. Non volevo fare figuracce con Catania città e con i tifosi. Avevo ottenuto l’interesse di alcuni investitori, ma alcuni si sono spaventati per le spese che avremmo dovuto sostenere al secondo anno di Serie C".
IL PIANO - "Avevamo redatto un piano, sperando di ottenere la D, vincerla al primo tentativo, programmare due anni di Serie C per poi puntare al salto in B. La paura più grande era di fallire al secondo eventuale anno in Serie C. Avremmo avuto costi insostenibili per quello che era il nostro progetto e le possibilità economiche. Amo Catania e non voglio fare figuracce con i tifosi rossazzurri. Se avessi avuto fondi a volontà sarei subentrato immediatamente. Prima di subito. Adesso spero che il 18 giugno, tra qualche giorno, arrivi qualcuno che abbia non solo le possibilità economiche, ma soprattutto anche l’amore nei confronti di una città che vive di pallone", ha concluso Gaucci.
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