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Capuano: “Al Massimino giocherà la gente. Palermo? Sfida aperta col Bari per vetta”

catania

Le parole del doppio ex della sfida, Ciro Capuano, in vista del derby siciliano tra Catania e Palermo in programma domenica

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Sale l'attesa per il derby di Sicilia tra Catania e Palermo, in programma domenica al "Massimino". Una gara speciale per entrambe le compagine che, per l'ottantasettesima volta nella storia, si affronteranno con l'obiettivo di affermare la propria supremazia sportiva. Lo sa bene il doppio ex Ciro Capuano che, intervistato ai microfoni de "LacasadiC", ha ripercorso le sue avventure in rosanero e rossazzurro.

“La Sicilia, soprattutto Catania è la mia seconda casa. Con gli amici ricordo spesso le battaglie vissute in giro per l’Italia con quelle gloriose maglie. Giocare al sud certe sfide è diverso, lo si fa perché lo si sente dentro. Gioca la gente nel vero senso della parola: domenica al Massimino sarà spettacolo”.

Capuano che in rosanero ha militato dal 2006 al 09 ricorda la sua parentesi al Palermo: “Per me è stata una piazza importante. Ricordo soprattutto il primo anno perché arrivammo quinti sfiorando la Champions- Giocavamo in una cornice che esibiva un muro rosa di 40mila persone ed eravamo una squadra coi fiocchi. Il più forte era sicuramente Miccoli, gli altri avevano enorme potenziale ed hanno fatto un gran lavoro col tempo, valorizzati dal bravissimo Guidolin, uno che con i giovani ci ha sempre visto lungo. Il ricordo più bello? Ne scelgo due: la trasferta a Firenze del 29 ottobre 2006 (vittoria per 3-2) ed il gol all’Ascoli di pochi mesi più tardi che mi permise di segnare la rete numero 700 della storia del club”.

E dopo l'avventura al Palermo, è arrivata anche quella al Catania: “Il rossazzurro per me rappresenta la lotta: penso anzitutto alla salvezza raggiunta con Mihajlovic, alla quale credevano soltanto lui, il presidente e Lo Monaco. Penso al mio bel gol a San Siro nel pareggio con il Milan, alle numerose vittorie sulle grandi. Il tifoso deve ripartire da questi elementi ed essere consapevole della sua storia. Guardarla sempre con fierezza”. Una storia che parla anche sudamericano: “Far sentire gli argentini a casa era premura e motivo di grande soddisfazione per tutti. L’esplosione del Papu Gómez me l’aspettavo, così come quella di Barrientos che ai tempi era più pronto. Il talento traboccava perché la società lavorava benissimo. Sento spesso Almiron, Spolli e Carboni. Il fatto che qualcuno di loro viva ancora lì è simbolo di un legame forte e mai spezzato”.

Inevitabile la parentesi derby in vista del match di domenica:  “A Palermo ripartire dopo il fallimento l’ho trovato sensato. Sono tornati top dopo tre anni e adesso è sfida aperta col Bari per la vetta. Anche a Catania occorre trovare una soluzione definitiva per guardare al futuro e spazzare via le costanti incertezze. Spero sempre si salvi perché Baldini e i suoi stanno dando tutto ed il pubblico lì è speciale. Quella tra Moro e Brunori poi è una sfida affascinante, sono due attaccanti già attualmente di categoria superiore. Ero in campo quel maledetto 2 febbraio 2007 quando l’ispettore Raciti perse la vita. Mi auguro che certe scene non si ripetano mai più.Spero che entrambe le tifoserie si abbraccino a fine partita, anche per mandare un bel segnale dopo le recenti belle iniziative verso Catania durante l’alluvione. Lo sfottò deve esserci ma il calcio rappresenta rispetto e sani valori”.

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