Milan, l’ex Nocerino: “Ibra non molla mai, bisognerà sfruttare gli spazi. Futuro Piatek? Vi dico la mia”

Parola ad Antonio Nocerino.

Il centrocampista, attualmente svincolato, conosce molto bene Zlatan Ibrahimovic, tornato al Milan a sette anni dall'addio. Nella stagione 2012/12, proprio tra le fila rossonere, i due condussero a suon di gol la squadra al secondo posto della classifica di Serie A, concludendo l'annata a soli quattro punti dalla vetta. Dieci in trentacinque presenze, le reti messe a segno in quell'anno dall'ex Palermo, in gran parte grazie all'apporto di uno straordinario assist-man: Ibracadabra.

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Il classe '85, intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione 'Stadio Aperto', ha detto la sua sul ritorno in rossonero dello svedese: "Porterà senz'altro l'aspetto mentale, quello di aumentare il livello in allenamento, di dare qualcosa in più e non mollare mai. Lui si allena come se fosse una partita. Porterà anche tanta competizione. L'allenamento è lo specchio della partita. Io non segnavo dieci gol ma 2-3, inserendomi negli spazi. Con Ibra, più sali di livello, più la palla ti arriva in un certo modo. Ho imparato a conoscerlo strada facendo. Io sapevo che come c'era un buco, dovevo sfruttarlo. Con Ibra ci vogliono giocatori di gamba che sfruttano lo spazio. Futuro Piatek? Dipenderà dall'allenatore. Se dice che si gioca a due punte, io sfrutterei al massimo l'opportunità e rimarrei. Sfrutterei le qualità di Ibra, che ti crea tanti spazi e ti fa assist".

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A proposito, invece, degli innesti di mercato in programma per Inter e Juventus: "Se l'Inter prende Vidal, si assicura un grande giocatore, quei 5-6 gol che ti fanno la differenza a fine anno. E'un giocatore immenso, è un guerriero, che trascina. Prendendolo, può colmare il gap con la Juventus. E poi ha un allenatore impressionante come Conte. Lui fa la differenza. Kulusevski? Adesso sono allucinanti le valutazioni dei giocatori. Quanto valgono giocatori come Chiellini, nonostante l'età? Sicuramente vale certe cifre, ma bisogna capire come possono adattarsi nelle grandi squadre. Lo stress di Parma è diverso di quello che puoi vivere al Milan o alla Juve".

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