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Glik: “L’Italia mi mancava, ho scelto Benevento per un motivo. Milik-Napoli e la lotta scudetto…”

Le dichiarazioni rilasciate dall'esperto difensore polacco ex Palermo, Torino e Monaco

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"La Serie A mi mancava, per questo ho deciso di tornare qui".

Parola di Kamil Glik. L'esperto difensore polacco, dopo aver militato per ben quattro stagione in Ligue 1 con il Monaco, ha scelto di tornare a giocare in Serie A. In Italia, il classe 1988 ha indossato le maglie di Palermo e Torino. Ora, il trasferimento a titolo definitivo al Benevento, con il giocatore che ha sottoscritto un contratto di tre anni, fino al 30 giugno 2023.

"Al Monaco ho vissuto una esperienza straordinaria. Ma questo italiano è un campionato dove i difensori fanno la differenza, dove l'organizzazione conta più delle qualità individuali. Ho scelto il Benevento perché ho parlato con il presidente Vigorito e sono stato travolto dalla sua passionalità. Io ho avuto l'impressione nei pochissimi incontri che ho avuto che davvero il calcio per lui sia una questione di cuore e non di business e questo aspetto mi ha fatto dire di sì senza esitazione. E quando do una parola non cambio mai idea. Ho fatto qualche passeggiata per il centro di Benevento e devo dire che ho ritrovato subito quel calore degli italiani che un po' mi mancava. Loro vivono per il calcio e uno che fa questo nella vita ha bisogno di sentire questa passione. Sono felice, non vedo l'ora di iniziare questa avventura", ha dichiarato ai microfoni de 'Il Mattino'.

OBIETTIVI -"Ho imparato che l'impossibile non esiste quindi dire solo vogliamo salvarci non sarebbe vero. Col Torino siamo partiti dalla B e siamo arrivati in Europa League: questo gruppo ha stravinto l'ultimo campionato con il record di punti e, se non sei forte davvero, certe cose non riesci a farle. Ha un progetto di crescita importante e ha un tecnico come Inzaghi che si capisce subito che ha delle idee molto chiare, è determinato, ha competenza. E ha la personalità per farsi ascoltare. Io cambiato? È stato un grande salto di qualità, con il Monaco ho vinto il campionato e sono arrivato alla semifinale di Champions con una squadra in cui c'erano Fabinho, Falcao, Mbappé e che se fosse rimasta assieme un altro anno avrebbe conquistato l'Europa. E tutta questa esperienza ora la porto nel Benevento, in questa squadra dove ho deciso di venire per convinzione, sicuro di poter vivere una esperienza da protagonista".

COVID -"Non ho avuto paura del virus, ho continuato ad allenarmi anche se con il Monaco la stagione è terminata a marzo. Ma dal 20 giugno siamo tornati a correre anche se il campionato non ha più ripreso e poi, quando non c'è il calcio, per tenermi in condizione e curare il fisico faccio Mma, le arti marziali miste che pratico fin da quando ero piccolo. La Ligue 1 non ha ripreso in estate? Ci sono molti pro e contro. A vedere il rendimento del Lione e del Psg nella final eight di Champions la lunga pausa ha fatto bene, poi ho visto anche tante partite in Premier o in Liga dove ci sono stati degli infortunati probabilmente collegati al ritorno in campo. In Francia sono già alla quarta giornata. Ma per capire se è stata una scelta corretta bisognerà attendere anche questa stagione, per vedere il rendimento di tutti".

SERIE A - "Senza l'interruzione per il coronavirus, la Lazio avrebbe reso la vita molto più difficile ai bianconeri e credo che potevano davvero giocarsela fino in fondo. Cosa che non le è riuscita in estate. Ma quest'anno può ripetersi. Vedo bene l'Inter come al solito, mi piace il Napoli di Gattuso e di Zielinski e chissà che l'Atalanta non possa diventare il Leicester italiano... Il possesso palla sembra passato un po' di moda? Non credo che sia così. Credo che però non conti il numero dei passaggi che si fanno per fare gol, ma i gol che fai. Giocare bene e non vincere non serve a nulla. Il risultato viene sempre prima di ogni cosa".

DA OSIMHEN A MILIK -"In Francia ho incrociato Osimhen? Sì, alla vigilia di Natale: fece gol contro il Monaco ma noi vincemmo 5-1 e una rete la segnai anche io. È giovane, è un talento, ma la serie A e il campionato francese sono molto diversi. Lì tutto viene lasciato alla fantasia. Qui è tutta disciplina, tattica, movimenti studiati durante la settimana. Ci vuole pazienza per potersi imporre, anche se l'impatto a Parma mi è parso molto positivo. Il braccio di ferro Milik-Napoli? Sono cose sue che risolverà. Io seguo tutto da spettatore, neppure l'ho voluto chiamare perché è chiaro che non è un momento semplice per lui e in questi momenti uno vuole solo essere lasciato in pace", ha concluso Glik.

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