Prosegue l'emergenza sanitaria globale legata alla diffusione del Coronavirus.
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Coronavirus, Vigorito: “Benevento in A, vanno tutelati i meriti sportivi. Vi spiego perché il calcio è in crisi, la Serie D…”
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Benevento: "Chi guida il calcio deve riconoscere il risultato del campo e, per colpe non proprie, si è dovuto fermare"
Una situazione complessa e drammatica che ha inevitabilmente turbato la quotidianità dei cittadini italiani e non, con il Governo che ha scelto di adottare contromisure rigorose ma necessarie per contrastare la diffusione della malattia. Decreti volti ad evitare assembramenti ed a ridurre al minimo i contatti sociali, con l'obiettivo di ridurre il rischio di ulteriori contagi. Ragion per cui, anche il mondo del calcio è stato sconvolto dall'emergenza, con i campionati momentaneamente sospesi.
Nella serata di ieri, il nuovo dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. Nel testo si legge che fino al prossimo 3 maggio "sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Sono sospese altresì le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo". Per questo motivo, molte discipline si stanno fermando. Ma il calcio no, vorrebbe ripartire. Le polemiche, però, continuano.
"Lavoro per tentare di raccogliere il frutto di un anno di sacrifici. Ma, purtroppo, non dipende dalla nostra volontà. Dico solo che se il Benevento non dovesse ripartire dalla A sarebbe un'ingiustizia enorme e intollerabile". Lo ha detto il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, intervistato ai microfoni del 'Corriere dello Sport'. La squadra di Filippo Inzaghi si trova attualmente in vetta alla classifica del campionato di Serie B a quota 69 punti, con 20 punti di vantaggio rispetto al Crotone, secondo in classifica. "La nostra promozione è nei fatti. Se non fosse così sarebbe una cosa molto grave. Se la pandemia non dovesse cessare, sarebbe corretto ripartire dal merito sportivo? Il concetto di merito sportivo l’ho subito per 9 anni in C. Ogni volta che si creavano le condizioni per un ripescaggio, mi dicevano che c’era chi aveva più meriti. Penso al Gallipoli, al Crotone, al Vicenza. Quando avremmo potuto fare un salto di qualità, ci veniva negato. Ora è diverso. Il Benevento è già in A", sono state le sue parole.
EMERGENZA E RIPRESA -"Il nostro sistema è stato colto impreparato dall’emergenza sanitaria. Il calcio è in crisi anche perché raccoglie ricchezza e non la distribuisce in maniera equa. E si tratta di danaro privato. I grandi club attirano investitori, ma da soli non riescono a giocare. I piccoli non possono essere invitati solo a Natale per il panettone. C’è una disparità incredibile tra i 100 milioni di contributi alle grandi e i 10/11 di chi è più piccolo, ma funzionale al sistema. E’ come combattere un match di pugilato senza guantoni contro chi invece li ha. Davide contro Golia vince una sola volta nella storia. Per tornare a giocare serve tutelare la sicurezza degli atleti? Anche questo è un assioma che mi lascia basito. Sempre bisogna pensare prima alla sicurezza. Si deve tornare a giocare con un’adesione totale alle norme che ci verrà chiesto di rispettare dalle autorità medico-scientifiche e dal Governo. E’ stato necessario essere drastici nell’affrontare il Covid-19. Ma abbiamo gli strumenti che possono attutire gli effetti della pandemia attraverso presidi sanitari e distanziamento sociale. Insistiamo. Ma non ci si può rassegnare ai domiciliari. Se basterà una nuova idoneità all'attività agonistica come prescritto dal protocollo? Un comportamento intelligente. Speriamo che ci siano le condizioni per giocare in massima sicurezza".
ANNULLARE I CAMPIONATI -"Perché annullare il campionato? C’è chi avrebbe potuto recuperare punti in classifica, ma anche chi i punti li ha guadagnati già. Io, comunque, ho molta fiducia nella giustizia sportiva. Il merito sportivo è un metro di giudizio infallibile. Se la teoria della cristallizzazione delle classifiche può essere una via d’uscita nonostante il rischio di contenziosi giudiziari? Io credo che ci sarà sempre il rischio di contenziosi. Sia che si cristallizzi sia che non venga riconosciuto il merito sportivo. Ma le poltrone diventano scomode proprio quando c’è da prendersi delle responsabilità. Chi guida il calcio deve riconoscere il risultato del campo e, per colpe non proprie, si è dovuto fermare. Questa assunzione di responsabilità è un’ottima via d’uscita".
CALCIO DILETTANTISTICO -"E’ tutto il calcio in difficoltà. Dunque c’è bisogno di superare questi frammentazioni. Le Leghe debbono tornare a parlarsi. Coinvolgendo la Serie D, il cuore del calcio. I Dilettanti hanno un dirigente competente e di grande spessore umano a capo. Il calcio è un corpo, non si possono tagliare i vasi capillari del sistema che ci mantiene in vita. La D è il calcio polveroso animato dalla passione e dal cuore di milioni di persone. Sono lì le radici dell’albero della vita del nostro movimento", ha concluso Vigorito.
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