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LE DICHIARAZIONI

Valencia, Gattuso: “Un orgoglio essere qui. A Napoli e al Milan è stato facile”

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Le dichiarazioni dell'ex tecnico di Napoli e Milan, nella conferenza stampa di presentazione da allenatore del Valencia

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Gennaro Gattuso iniziò la sua carriera da allenatore in Italia, proprio alla guida del Palermo, nella stagione 13-14, allenando i rosanero per sole 6 partite ufficiali di Serie B, ottenendo sole due vittorie, un pareggio e tre sconfitte che portarono l'allora presidente dei siciliani, Maurizio Zamparini a sollevarlo dal ruolo di tecnico. La gavetta al Pisa, le grandi occasioni con Milan e Napoli, oltre che alla Coppa Italia vinta con i partenopei, rappresentano il reale biglietto da visita del tecnico calabrese, oggi presentato ufficialmente dal Valencia. Di seguito le sue dichiarazioni in sede di conferenza stampa:

 "Per me oggi è la prima volta che vedo Valencia e il Mestalla. E' un orgoglio e un onore allenatore questa squadra ed essere in questo club. Grazie al presidente Peter Lim, alla dirigenza che mi ha dato questa possibilità. Spero che lavoreremo bene. Abbiamo un compito difficile, ma io e il mio staff non abbiamo paura. Per me la squadra non è 24-25 giocatori, ma 55-60 persone che lavorano insieme a noi, tutti insieme. Abbiamo rispetto per tutti, questa è la mia mentalità, ma paura di nessuno. Per me oggi è meglio parlare in italiano perché so che ci saranno molte domande difficile e devo rispondere correttamente. Chiedo perdono per questo, ma è meglio parlare in italiano per il momento. Al Napoli e al Milan è stato facile, bisogna tornare più indietro, quando allenavo Sion o Creta. Lì si che le situazioni erano difficili, ma qui no. Sono stato nella Ciutat Esportiva e ho visto che sono in un gran club, dove si può vivere bene. Bisogna cominciare dal senso di appartenenza. Suona bene: Napoli, Milan e il Valencia è collocato nella stessa fascia. E' una società di un fascino e una storia incredibili, anche se ora è in difficoltà. Dobbiamo pedalare, ma ne vale la pena. Non si può fare copia-incolla da un allenatore all'altro. Ogni allenatore ha un suo modo di vivere la partita, di parlare, uno stile suo. Tutti gli allenatori che ho avuto sicuramente mi hanno lasciato qualcosa. Si può vincere con tutti gli stili. Ancelotti, ad esempio, è un allenatore che non è duro e ha vinto. Lippi invece è duro e ha vinto lo stesso. Giusto per fare due esempi. Io quando alleno la squadra mi diverto. Mi piace molto parlare coi calciatori, ma a una condizione: quando si entra nel terreno di gioco si fa sempre con grande professionalità. Posso accettare degli errori, ma deve esserci serietà nel lavoro. Mi piace avere una squadra che scherza, che sta bene insieme. Ma bastano 2-3 giocatori per rovinare un allenamento e per l'allenamento è sacro, il sacrificio è chiaro".

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