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Atletico Madrid, Xavi rivela: “La mia filosofia antitetica al ‘Cholismo’. Ecco come competere con Barça e Real…”

Atletico Madrid, Xavi rivela: “La mia filosofia antitetica al ‘Cholismo’. Ecco come competere con Barça e Real…”

Xavi Hernàndez esprime la sua filosofia del calcio, criticando duramente quella del tecnico dell'Atletico Madrid Diego Simeone

Mediagol22

Xavi Hernández torna a parlare del calcio spagnolo.

Il centrocampista dell'Al-Sadd, club che milita nella massima divisione qatariota, intervistato durante il programma "Tot Costa" di Catalunya Radio, ha detto la sua sul momento che il calcio sta vivendo all'interno del suo paese d'origine:

"Devo ammettere che mi annoio molto con il calcio che vedo in televisione. Ci sono molte squadre che speculano, che rendono il calcio molto monotono. Le squadre che giocano con il 4-5-1 mi annoiano, non vogliono conquistare palla. Questo mi aiuta a capire cosa non farò quando diventerò un allenatore. Ho ben chiaro come voglio che la mia squadra giochi: voglio che siano protagonisti del gioco, che giochino la palla, che si propongano, che siano attivi. È così che la vedo da quando ho iniziato a giocare al Barcellona. Mi piace l'Atletico Bilbao di Berizzo perché non specula e gioca con molta intensità, anche se la sua tattica non la adatterei alla mia squadra. Mi piace anche il Betis di QuiqueSetién, mi piace vedere giocare i suoi giocatori perché cercano di fare cose nuove. Anche se è ovviamente Guardiola l'allenatore a cui più faccio riferimento. Mi piace il Manchester City. Quando è arrivato al Barça ho avuto la sensazione di fare più cose di altre o di averle già apprese. Al Barça ti chiedono sempre perché. Adesso abbiamo perso questo punto di vantaggio che avevamo rispetto alle altre squadre. Guardiola ha fatto ritorno al mondo del calcio. C'è un prima e un dopo Guardiola. I rivali hanno iniziato a pensare a come annientarlo, ma sempre a rimorchio. Con Guardiola abbiamo avuto la sensazione che i rivali non pensassero la partita tatticamente tanto quanto noi e questo è quello che è successo a noi, soprattutto quando abbiamo giocato contro squadre inglesi. Gli allenatori si dividono difensivi e offensivi. È vero che ci sono molte sfumature, ma è nelle situazioni critiche che si vede la propensione del mister: se la squadra fa un passo indietro o un passo avanti. Si vede in cosa crede un allenatore quando è con la corda intorno al collo".

L'ex calciatore del Barcellona, che ha vestito la maglia blaugrana quasi tutta la sua carriera, ha le idee ben chiare su come non sarà la squadra che guiderà quando diventerà un allenatore:

"Nel calcio spagnolo siamo avanzati molto tatticamente, tanto che sembra quasi impossibile giocare negli spazi. Tutte le squadre cercano di chiudere gli spazi. Fisicamente è anche difficile migliorare. Colui che porta questa situazione all'estremo è Simeone. Diventa molto difficile attaccare la difesa di Simeone, sanno come oscillare in ogni momento, ridurre gli spazi e coprirsi su tutti i lati. Simeone crede di non aver bisogno di avere la palla per dominare il gioco. Con tutto il rispetto, la mia filosofia è l'antitesi. Il grande "plus" di Simeone è che sa come trasmettere e convincere i suoi giocatori delle sue idee. Ha assicurato loro che era l'unico modo per competere con Barcellona il RealMadrid. E ha raggiunto il suo scopo".

Il centrocampista, laureatosi campione del mondo nel 2010, inoltre, ha parlato di quali potrebbero essere le soluzioni per rinvigorire il calcio spagnolo:

"La cosa migliore sarebbe giocare 10 contro 10 in campo. Giocare con un giocatore in meno. A volte ho visto due squadre che hanno perso un giocatore e lo scenario cambia radicalmente, ci sono più spazi e puoi giocare di più per attaccare. Lo spettacolo favorirebbe indubbiamente le squadre che propongono. In ogni caso è un'idea ed è davvero pazzesca. Quando sarò allenatore non mi adatterò ai giocatori che ho. Avrò in partenza un'idea molto chiara di quello che vedo su un campo di calcio e farò tutto il possibile per far sì che i miei giocatori credano che la mia idea sia la soluzione migliore per la squadra. Ora, quando inizierò, ovviamente, non avrò i migliori giocatori nel mondo, ma la mia missione è fornire alcuni strumenti a tutti i giocatori in modo che possano sviluppare le mie idee in campo. La mia priorità è avere sempre la palla e da qui si svilupperà il resto, come ha detto Cruyff di palla ce n'è solo una. Se vuoi è una verità ovvia, ma è la realtà. Sono cresciuto al Barcellona e nella Nazionale spagnola e abbiamo vinto tutto giocando in questo modo".