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Oddo-Mediagol: “Lunga pausa in Serie A può alterare i valori? Rispondo così. Norme igieniche nel mondo del calcio…”

L'intervista esclusiva concessa da Massimo Oddo, ex Lazio, Milan e Bayern Monaco, già tecnico di Pescara e Udinese, alla redazione di Mediagol.it

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Il lungo stop legato all'emergenza figlia della diffusione del Coronavirus ha messo seriamente a rischio lo svolgimento ed il completamento della stagione calcistica in corso in tutta Europa. Una pandemia che sta vedendo incrementare con inquietante rapidità il numero dei contagiati e dei decessi, sollecitando oltremodo  la tenuta del sistema sanitario e sconvolgendo la vita di ognuno di noi sotto ogni punto di vista. L'unica partita che conta vincere è chiaramente quella contro l'espansione e la letalità del virus, ragion per cui il Governo Italiano ha emanato una serie di Decreti contenenti norme e prescrizioni igienico-sanitarie di matrice cautelativa, volti a preservare la popolazione da ulteriori potenziali focolai di epidemia. Numerosi i calciatori tesserati per club professionistici, militanti nei principali campionati europei, risultati positivi al tampone ed altrettante le polemiche legate alla oggettiva mancanza di tempestività ed uniformità nell'attuazione del provvedimento di sospensione dell'attività agonistica. Sulla delicata questione, unitamente alle ripercussioni inevitabili che caratterizzeranno l'eventuale ripresa della stagione, si è espresso l'ex tecnico di Pescara, Udinese e Perugia, nonché campione del Mondo da calciatore con l'Italia di Marcello Lippi nel 2006, Massimo Oddo, nel corso di un'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Quando e se riprenderà il campionato, la lunga pausa forzata come inciderà su valore e condizione psicofisica delle squadre? Ripartiranno tutte da zero, sfatiamo questi falsi miti della vecchia preparazione perché sono tutte baggianate. Non possiamo pensare di seguire una metodologia di preparazione a inizio anno e portarla incondizionatamente fino al termine della stagione, è opportuno modellare la tipologia di lavoro in relazione ad evoluzione e contingenze particolari, bisogna monitorare giorno per giorno e questo è un caso tipico in cui ogni compagine inizierà tutto da capo. I calciatori sono tutti professionisti e quindi devono fare qualcosa di personalizzato per mantenere un minimo di condizione, se parliamo di un mese è una cosa, se parliamo di tre mesi di stop chiaramente cambia tutto. Dobbiamo solo aspettare e vedere cosa accadrà. Accorgimenti e norme igienico-sanitarie a tutela della salute dei calciatori negli spogliatoi dei club professionistici prima dell'emergenza Coronavirus? L'attenzione c'è sempre stata nel seguire un determinato protocollo comportamentale, almeno negli ultimi anni, ma nel calcio di 15 anni fa sinceramente non mi ricordo borracce personalizzate o precauzioni particolari in tal senso, al contrario degli ultimi anni quando le accortezze e cura del dettaglio anche nelle piccole cose erano aspetti tangibili. Quello del calciatore in questo senso è un tipo di lavoro più pericoloso, il nostro è uno sport in cui il contatto fisico è intenso, costante e all'ordine del giorno, in allenamento come in partita. Ritengo comunque che le norme igienico-sanitarie adottate nel mondo del calcio professionistico siano sufficienti,  credo che tutto quello che sta accadendo attualmente nel mondo sia un qualcosa, purtroppo, di davvero inatteso ed eccezionale a cui nessuno era preparato".