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Sperandeo: “Se il Palermo non va in A, fallisce. Foschi ha amore per la città, il mio appello ai tifosi…”

Sperandeo: “Se il Palermo non va in A, fallisce. Foschi ha amore per la città, il mio appello ai tifosi…”

L'intervista al noto attore palermitano e grande tifoso del club rosanero, Tony Sperandeo

Mediagol97

A tutto Tony Sperandeo.

Il noto attore palermitano, nonché grande tifoso del club rosanero, ha concesso una lunga intervista a Il Corriere dello Sport. Nel corso del proprio intervento per il noto quotidiano sportivo nazionale, il vincitore del premio migliore attore non protagonista ai David di Donatello 2001 (per il ruolo di Gaetano Badalamenti nel film I cento passi) ha discusso di diversi temi relativi all'attuale situazione vissuta dalla società di Viale del Fante, soffermandosi non soltanto sul discorso relativo alla cessione delle quote del club siciliano, ma anche sulle chance dei ragazzi di mister Roberto Stellone di centrare l'obiettivo promozione in Serie A e tanto altro ancora. Di seguito un estratto delle dichiarazioni rilasciate dall'artista siciliano.

Ora è Rino Foschi il presidente.

"Una degnissima persona che si sta facendo carico dei problemi per amore del Palermo e della città. Messo alla porta due volte, due volte è tornato. Non ci fosse lui sarebbe già andato tutto a 'scatafascio'. Ma non è più tempo di soluzioni d'emergenza. Ci vorrebbe uno con la passione di Renzo Barbera e una disponibilità economica molto maggiore, perché il calcio naturalmente non è più quello di un tempo. Per questo sostengo che o si torna in Serie A, il che renderebbe il Palermo appetibile, oppure si sparisce".

Ci vorrebbe un sentimentale come lei.

"Io non posso, l'ho già ammesso. Sono solo un attore. Ho il senso delle proporzioni. Prima di recitare ho venduto tappeti, tessuti, detersivi, carne. Un amico mi ha portato in teatro e mi sono messo a fare cabaret, imitazioni, cose così. Un giorno sono passati per la Sicilia a cercare facce Paolo e Vittorio Taviani, che dovevano girare 'Kaos'. Mi ritrovai a recitare con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in quell'adattamento delle novelle di Pirandello. Abituato al teatro, non sapevo neppure che le scene si girano più volte se non riescono bene. Accidenti, ho pensato, così ci riescono anche i morti. Ho svoltato con Damiano Damiani, che s'infuriava se lo chiamavo dottore o maestro. Mi ha insegnato che al pubblico restano impressi i cattivi e i buoni, quasi mai i personaggi ambigui".

E lei ha scelto i cattivi.

"Mi fa persino rabbia. Ho interpretato per sette anni il sovrintendente di polizia Salvatore Sciacca ne 'La squadra'. Duecento puntate. Sono stato carabiniere, guardia carceraria, prete. Sono ricordato solo per i ruoli da mafioso. Sono costretto a dare questa rappresentazione della mia terra. Lunedì con Aurelio Grimaldi comincio a girare 'Il delitto Mattarella' e sa chi faccio? Vito Ciancimino, il sindaco colluso. Trovo persone che mi riconoscono, mi fermano e mi chiedono se porto la pistola. Vabbè, è lavoro. Tornando in argomento, di una cosa sono sicuro: con le difficoltà del Palermo la mafia non c'entra nulla. La mafia non sta più neppure in Sicilia. E viaggia su altri livelli".

Chi viene in Serie A?

"A parte il Palermo?". Mettiamocelo dentro: "E' un campionato in cui chiunque poteva essere promosso. A questo punto direi Palermo, Brescia, Lecce, Verona, Pescara. Sceglierei tra queste. E' un torneo equilibrato. Ma a me interessa il destino del Palermo, è chiaro e aggiungo che se il Palermo vuole salire ha bisogno di farlo subito. Se va ai play-off viene eliminato. Sapremo presto se il Palermo se la caverà o no".

Una posizione radicale, la sua.

"Purtroppo, ne sono convinto. Se il Palermo non viene promosso, fallisce. Se viene promosso tutto cambia. Arrivano i diritti televisivi. Si possono estinguere i debiti, si può fare una squadretta. Siamo al bivio ed è per questo che da palermitano e tifoso sento il dovere di lanciare questo appello. Il salumiere taglia i salumi, il tassista guida, l'attore recita. I giocatori continuano a giocare, nonostante tutto. Il tifoso deve tifare. Io ho vissuto un anno senza calcio, prima che il Palermo ripartisse dalla C2. Non deve accadere mai più".

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