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Venezia-Palermo 1-1: i rosa regalano un tempo, reazione e dominio nella ripresa. Puscas firma il pari in Laguna

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PRIMO TEMPO - Palermo a caccia dei tre punti per restare in scia della capolista Brescia e tenere a debita distanza le inseguitrici in ottica promozione diretta. Venezia desideroso di invertire un trend fin qui tutt'altro che lusinghiero sul piano dei risultati, culminato pochi giorni fa nell'esonero di Walter Zenga. Sulla panchina dei lagunari debutta infatti Serse Cosmi che sogna di esordire al "Penzo" facendo lo sgambetto alla sua ex squadra.

Stellone, che di Cosmi è stato un calciatore ai tempi in cui indossava la maglia del Genoa, opta per la conferma del 4-3-1-2 schierando la formazione virtualmente preannunciata in settimana. Brignoli tra i pali, linea difensiva a quattro con Bellusci e Rajkovic centrali, Rispoli ed Aleesami esterni bassi. Jajalo, schermo ed al contempo polo catalizzatore della manovra, compone con gli intermedi Chochev e Murawski una solida e muscolare cerniera in zona nevralgica.

Conferma tra le linee per Trajkovski, reduce da gol e buona prestazione contro il Lecce, a supporto del tandem offensivo formato da Nestorovski e Puscas.

Cosmi conia il suo proverbiale 3-5-2 per conferire equilibrio e densità in mezzo al campo al suo Venezia, chiamato con abnegazione, intensità ed ordine tattico a colmare il gap tecnico con il più quotato avversario.

Venti minuti non certo indimenticabili in avvio di gara. Il Palermo prova a menare le danze con ritmi piuttosto blandi e poco dinamismo senza palla. Costruzione lineare ma piuttosto scolastica, con il Venezia che disinnesca con disinvoltura ogni embrione di trama offensiva di marca rosanero. La squadra di Stellone gestisce il pallino del gioco, ruminando calcio in orizzontale. senza grossi acuti né significativi cambi di passo. Poca ampiezza, scarsa incisività, zero profondità. I lagunari presidiano con ordine la propria metà campo, si accendono con un paio di folate di Bruscagin, provano una conclusione velleitaria con Bocalon. Poco o nulla in termini di conclusioni o emozioni degne di rilievo. Un destro secco di Segre dai venti metri sfiora il palo e mette i brividi a Brignoli.

Il Palermo continua a trotterellare a ritmi fin troppo ridotti, il Venezia cresce gradualmente e si scrolla di dosso qualche timore reverenziale di troppo. La squadra di Cosmi alza la linea del pressing e prova ad uscire la testa fuori dal guscio. Da uno schema ben eseguito su calcio d'angolo, sortisce una ghiotta chance per Pinato che, seppur libero all'altezza del dischetto del rigore, calcia alto da ottima posizione. I padroni di casa passano addirittura in vantaggio al minuto trentanove: Bruscagin crossa al volo su un cambio di gioco proveniente dal fronte opposto, Bocalon brucia la difesa rosanero e batte Brignoli da due passi. Difesa rosanero distratta, supponente e colpevolmente statica nella circostanza. Il vantaggio lagunare accresce il livello di tensione in casa Palermo: Bellusci reagisce platealmente ad una manata di Bocalon, strattonando l'avversario a gioco fermo e rimediando un cartellino giallo.

Il primo tempo si chiude con la squadra di Cosmi sorprendentemente in vantaggio e la strada per il Palermo di Stellone si fa particolarmente in salita.

 

SECONDO TEMPO - In assenza di iniziative offensive convincenti di marca rosanero, Il Venezia rischia di farsi male da solo: un malinteso tra Modolo ed il portiere di casa Vicario per poco non causa una clamorosa autorete. Stellone cerca di dare una scossa, tattica e concettuale, dopo appena dieci minuti dall'avvio della seconda frazione. Chochev lascia il posto a Falletti ed il Palermo si dispone con il consueto e temerario 4-2-4 utilizzato per risalire la china da situazioni di punteggio sfavorevoli e complicate. Il nuovo entrato si fa subito notare per intraprendenza e vis agonistica: l'uruguaiano scippa una palla preziosa a Zampano ed innesca Puscas, la conclusione dell'ex Inter è pronta ma imprecisa.

La squadra di Stellone cerca di incrementare intraprendenza e giri del motore: un Palermo certamente più intenso e fluido nello sviluppo della manovra ma che non riesce ad innescare i suoi attaccanti ed a trovare il concetto di profondità.Per provare a scalfire la fortezza lagunare a protezione di Vicario, ci vuole un violento destro da fuori di Rispoli che passa non lontano dall'incrocio dei pali. Un'ingenua trattenuta di Bruscagin su Nestorovski concede alla formazione rosanero una straordinaria chance per riequilibrare le sorti del match. L'arbitro decreta il penalty in favore degli ospiti ma Nestorovski calcia male e debolmente facendosi parare il tiro da Vicario.  

Stellone riempe l'area di rigore, gettando nella mischia Moreo e richiamando in panchina uno spento Trajkovski. Il Palermo spinge forte e il suo incedere si infrange al minuto 78 su una doppia prodezza di Vicario: prima l'estremo difensore lagunare devia sulla traversa una conclusione di Jajalo, quindi si ripete sul susseguente tentativo a colpo sicuro di Rispoli. Il portiere dei padroni di casa si ripete poco dopo su incornata di Moreo. 

Il Palermo cerca di innescare le sue torri offensive, producendo traversoni in serie per sfruttarne lal meglio le ben note doti aeree. L'acuto vincente lo trova, capitalizzando con uno stacco imperioso un corner molto ben calibrato, George Puscas che vola più in alto di tutti regalando agli ospiti un pari oggettivamente meritato.  L'inerzia psicologica del match muta radicalmente e la formazione di Stellone raschia tutte le energie residue dal fondo del barile per provare a vincerla in extremis. Il match point si materializza al culmine del recupero concesso dal direttore di gara: Murawski scucchiaia dentro per Falletti e la sfera schizza sui piedi del liberissimo Puscas che alza incredibilmente la mira da due passi. Il triplice fischio sancisce la spartizione della posta, un punto a testa che non muta sostanzialmente di molto ambizioni e percorsi delle due squadre nella corsa al perseguimento dei rispettivi obiettivi.