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FOCUS: Rospi, Principi e pillole di De Zerbi

FOCUS: Rospi, Principi e pillole di De Zerbi

Il Palermo arranca, soffre e vince. Con equilibrio, determinazione e le mosse sagaci targate De Zerbi. Lucidità ed acume strategico del tecnico stanno facendo la differenza. Posavec e Nestorovski sugli scudi, rispondono sul campo a chi li aveva...

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Da rospi a principi in un batter d’occhio.  Le trame dipanate nel mondo del calcio hanno spesso una matrice romanzesca. Sceneggiature stese dal fato, perfette ed al contempo beffarde. Insinuanti ed esplicative, divulgatrici di messaggi, spunti di riflessione. Così accade che Josip Posavec ed Ilija Nestorovski, estremi di un Palermo attanagliato dai  oggettivi limiti e comprensibile scetticismo, conquistano la scena ergendosi a protagonisti assoluti. Da anelli deboli della catena, a furor di critica e popolo, ad eroi per una notte. Parate prodigiose per Josip, che tiene in vita un Palermo barcollante sui colpi inferti da Gomez e soci. Zampata letale sottomisura per Ile, da predatore dei sedici metri, che commuta la sofferenza in tre punti.

Sia ben inteso, non stiamo celebrando l’evoluzione metafisica di due bravi ragazzi in potenziali fenomeni.

Permane oggetto di biasimo e perplessità la scelta del club di puntare in maniera cieca su due sostanziali esordienti in massima serie.  In due ruoli focali come quello di estremo difensore e terminale offensivo. Senza dotarsi di un paio di alternative di caratura ed esperienza conforme al livello della categoria. Rendendo meno traumatico il percorso di crescita ed integrazione di due calciatori che hanno fame e volontà pari ai notevoli margini di miglioramento.

Il campo, giudice inappellabile e supremo, ha sbandierato in faccia un cartellino giallo a chi ha bollato come totalmente inadeguati alla causa i due in assenza di elementi di giudizio acclarati ed attendibili sul piano effettivo e temporale. Insidiandone anche motivazioni e tenuta psicologica.

Cinque partite costituiscono un lasso di tempo esiguo. Nel corso del quale puoi maturare sensazioni ed impressioni, più o meno sommarie, più o meno indicative. Da suffragare, approfondire, magari ribaltare a medio lungo termine.  Specie con calciatori giovani provenienti da galassie calcisticamente meno complesse ed evolute.

Posavec mostra esplosività e reattività tra i pali, unitamente a coraggio e buona elasticità. Rivedibile nello stile e nella modalità d’esecuzione dei fondamentali. Idem nelle uscite alte, poche e da affinare, in termini di tempo e lettura delle traiettorie. Personalità ed autorevolezza nel comandare la linea difensiva dovrebbero migliorare proporzionalmente alla conoscenza della lingua e dei compagni. C’è della stoffa su cui lavorare, con annesse incognite di formazione e noviziato.

Non sarà pregiatissima ma ha della stoffa anche Ilija Nestorovski. Sul piano dei fondamentali e della tecnica individuale non è certo un fenomeno. Ha una concezione un po’ rudimentale del ruolo di prima punta. De Zerbi l’ha torchiato in allenamento, insistendo su quei movimenti senza palla che un attaccante deve fare per aprire varchi e risultare funzionale allo sviluppo della manovra offensiva. Lui ha tanta voglia di imparare e l’ha dimostrato sia all’Adriatico che contro l’Atalanta. Lavoro sporco e due gol pesantissimi.  Da centravanti vero. Sottomisura con rapidità e destrezza. Questo il suo plus, il senso del gol in the box. De Zerbi l’ha captato e sta orientando le tracce offensive della squadra proprio in questa direzione. Al fine di alimentare i rifornimenti dall’esterno e possibilmente le imbucate in verticale sull’attacco del macedone alla profondità. Da Nestorovski  il tecnico pretende progressi sul piano del dinamismo, della compartecipazione alla tessitura del gioco, della gestione della sfera.

Queste le nostre prime sensazioni sugli eroi di Bergamo. Che cercheremo di convertire in giudizi, più completi ed attendibili, magari tra una decina di partite. Quella contro l’Atalanta è servita ai due per dimostrare che tra oggettivi limiti ed inesperienza, c’è anche una base potenziale da forgiare che può nel tempo divenire un valore nell’orbita di  gruppo.

Valore aggiunto lo è già Roberto De Zerbi. Anche a Bergamo lettura e gestione in corsa impeccabili.

Semplicità, logica e saggezza. Colpisce più la maturità dell’uomo che il background tecnico-tattico.

Non inventa né stravolge. Sa che non è il momento. Equilibri, sincronismi noti al gruppo, certezze. Con una spolverata della sua audacia e della sua tempra sul piano mentale e caratteriale. Pillole del suo calcio somministrate a piccole dosi ad impreziosire la fortezza del 3-4-2- 1. Cenni di pressing alto, giro palla difensivo, fraseggio corto, compartecipazione organica alla fase offensiva, sfruttamento dell’ampiezza ed attacco degli spazi. Il tutto a sprazzi, con qualità e dosaggio non all’altezza dell’idea. Come da cifra tecnica non eccelsa di questa squadra. Cionek centrale di destra, per rapidità e passo, unico in grado di arginare Gomez. Goldaniga, più fisico e marcatore puro di Gonzalez,  per limitare Pinilla nel gioco aereo.

Umile e sagace quando sovrastato da intensità e tecnica atalantina, rinuncia al fioretto dotandosi di elmetto, scudo e sciabola. Fuori Bruno Henrique ed Hiljemark per Gazzi e Jajalo. Muscoli, nerbo ed interdizione. Se vuoi alzare il baricentro, la palla, prima di gestirla, devi prenderla. Paradossalmente il baricentro della squadra è salito con l’ingresso di due mastini di quantità. Che hanno schermato la retroguardia, serrato le linee centralmente, sporcato le linee di passaggio bergamasche e recuperato palloni in serie.  Liberando le scorribande sull’esterno di Aleesami eRispoli che hanno iniziato ad imperversare negli spazi concessi da un Atalanta lunga ed in debito d’ossigeno. Diamanti, generoso e gladiatorio, ancora alla ricerca della migliore condizione, lascia il posto a Balogh. Vigoria e compattezza, nell’ultimo quarto d’ora il Palermo ha guadagnato metri e convinzione. Sia chiaro, sotto il profilo del volume di gioco e delle occasioni create, i tre punti sono un premio eccessivo. L’Atalanta ha fatto la gara, schiacciando per settanta minuti  il Palermo, cingendolo d’assedio. Un grande Posavec  e l’imprecisione dei suoi stoccatori hanno tarpato le ali alla compagine orobica.  Palermo bravo a restare corto e compatto, a saper soffrire, a cambiare l’inerzia nel finale con un paio di mosse sagaci di De Zerbi. Comunque a crederci e provarci, sempre. Come da monito del suo tecnico. Il premio alla tua fatica può essere dietro l’angolo. O meglio un corner. Nestorovski docet.