Di Mariano Calò
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De Zerbi il coraggioso adesso deve scegliere tra affidabilità e rischio: tornare al vecchio modulo o insistere sul 4-3-3?
Col Crotone il ritorno al 3-4-3 ha dato ai rosanero lo slancio per riagguantare il pareggio. De Zerbi predica da sempre il coraggio: darà l'esempio rischiando con un modulo che la squadra sembra conoscere meno?
Non si è ancora spento l'eco del pareggio di domenica contro il Crotone che è già vigilia per il Palermo di Roberto De Zerbi.
La squadra rosanero è chiamata domani sera a Bergamo a una prestazione convincente contro un'Atalanta desiderosa di riscatto. A Pescara il Palermo ha mostrato qualcosa di interessante, soprattutto sul piano del possesso. Il germe del gioco di De Zerbi si è improvvisamente manifestato con tutta l'eloquenza delle statistiche. Le cifre dicono che i rosanero non hanno mai tenuto così tanto la palla negli ultimi dieci anni. Ma non basta avere la sfera tra i piedi per più di un'ora a partita se poi in difesa si balla ad ogni azione degli avversari e in attacco non si cava un ragno dal buco. Per 45 minuti i rosanero hanno scricchiolato in difesa come forse nemmeno nei primi tempi contro le big affrontate nelle precedenti tre giornate, e in attacco non hanno saputo far male agli ultimi della classe. De Zerbi nel secondo tempo non si è fossilizzato sul suo modulo preferito, ha arretrato Gazzi sulla linea dei difensori, togliendo così anche l'imbarazzo a Goldaniga e Gonzalez di ricominciare l'azione, inoltre ha alzato i due terzini che hanno cominciato a spingere senza sosta facendo malissimo al Crotone. Le percentuali del possesso palla sono rimaste pressoché inalterate, ma il gioco è diventato improvvisamente più efficace, con Nestorovski, finalmente rifornito a dovere, che ha trovato il gol del pareggio.
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