"Emerson Palmieri non mi è mai piaciuto e non avevamo fiducia in lui, gli manca personalità".
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Ceravolo: “Portai Emerson Palmieri al Palermo perché ci credevo, poi però…”
L'ex direttore sportivo del Palermo ricostruisce la vicenda Emerson Palmieri.
Lo diceva Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, nell'agosto del 2015, quando l'accordo con il Santos saltò e il terzino brasiliano non venne più riscattato dai rosanero. In quella circostanza Emerson lasciò il ritiro del Palermo in lacrime, ma si rincuorò poche settimane dopo, quando la Roma di Sabatini se ne interessò e lo ingaggiò in quattro e quattr'otto.
Adesso la quotazione del classe '94 è schizzata alle stelle: titolare inamovibile dello scacchiere di Spalletti, l'ex Santos ha inanellato una serie interminabile di prestazioni convincenti, divenendo uno dei migliori terzini mancini della stagione in Serie A. A portarlo in Italia, quel Franco Ceravolo che a Palermo durò appena pochi mesi (da giugno a ottobre del 2014, poi subentrò Gerolin). "Me ne interessai la prima volta nel 2012, a dire il vero - ha spiegato Ceravolo a TMW Radio -. Lavoravo con Marcello Lippi in Cina e mi recai in Brasile più di una volta: lo notai in diverse partite, mi sembrava un giocatore con delle potenzialità nonostante non giocasse tutte le partite da titolare. Poi lo portai a Palermo nel 2014. A me piaceva. Avevamo l'accordo per riscattare la metà del cartellino a un milione di euro al termine di quella stagione. Poi io sono andato via, chi è venuto dopo non ci ha creduto abbastanza. Tant'è che a Palermo non ha avuto nemmeno occasione di giocare. Subito dopo se n'è interessato Walter Sabatini che, tra l'altro, mi ha contattato per scambiarci qualche idea su Emerson. Sabatini ha capito che questo ragazzo aveva del potenziale inespresso. Secondo me, oggi Emerson ha ancora ampi margini di miglioramento".
PALERMO -"Che ricordo ho del Palermo? A Palermo sono stato poco, ma bene: non ci sono stati i presupposti per costruire qualcosa di importante, ma i risultati mi hanno dato ragione".
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