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Torino-Juventus, Pirlo senza indugi: “McKennie, Dybala e Arthur esclusi dai convocati per il derby. Bisogna dare un segnale”

Torino-Juventus, Pirlo senza indugi: “McKennie, Dybala e Arthur esclusi dai convocati per il derby. Bisogna dare un segnale”

Pirlo comunica l'esclusione dai convocati per il derby di McKennie, Arthur e Dybala

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Alla vigilia del "Derby della Mole" tra Torino e Juventus, Andrea Pirlo ufficializza in conferenza stampa l'esclusione punitiva dalla lista dei convocati in casa biancconera di McKennie, Arthur e Dybala. I tre calciatori si sono, loro malgrado, resi protagonisti di un autogol etico e disciplinare partecipando all'ormai famosa cena organizzata a casa del centrocampista statunitense nel mancato rispetto delle norme anti Covid 19 in una fase di preoccupante pandemia su scala mondiale. Eloquenti le dichiarazioni dell'allenatore della Juventus che è tornato, visibilmente infastidito, sulla vicenda che ha coinvolto i tre componenti della rosa bianconera.

"I tre giocatori coinvolti nella cosa successa l’altra sera non sono convocati per la partita di domani: riprenderanno a lavorare poi col tempo e vedremo quando”. Alla vigilia del derby di domani in casa del Torino, l’allenatore della Juventus Andrea Pirlo ha messo la sua parola fine sul caso dell’intervento delle forze dell’ordine per la cena a tarda ora a casa di McKennie, insieme ad Arthur e Dybala. “Non voglio più avere a che fare con questo discorso perché ne abbiamo già parlato abbastanza. La decisione l’ho presa io, per quanto riguarda la parte tecnica, e la società ha fatto il resto occupandosi dei provvedimenti di sua pertinenza. Questo non è il momento per quello che sta succedendo nel mondo, non solo alla squadra. Non era il momento giusto per fare una cosa del genere, per rispetto di tutti quelli che rispettano le regole. E non era il momento due giorni prima della partita. Volevo dare un segnale: siamo degli esempi ed è giusto che ci comportiamo da esempi. Non ci siamo fatti mancare niente quest’anno, abbiamo avuto un po’ di tutto. Non è questo un motivo per alzare la voce fuori del campo, dove i ragazzi sono liberi di fare quello che vogliono nei limiti, ed è sempre stato fatto così. Alziamo la voce in campo quando dobbiamo fargli capire certe cose, fuori sono grandi e vaccinati ed è giusto che facciano quello che vogliono. Nel rispetto delle regole”.

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