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Palermo: con la Samp uno stadio rumoroso alla faccia della politica e delle limitazioni

Palermo: con la Samp uno stadio rumoroso alla faccia della politica e delle limitazioni

Grande prova del pubblico del "Renzo Barbera" che contro la Sampdoria ha dato il meglio di sé.

William Anselmo

Di William Anselmo

Un tifo spontaneo, sofferto, fragoroso. Uno stadio rumoroso nonostante le limitazioni decise ingiustamente dalla politica. E' questa la risposta migliore che poteva dare Palermo. Uno schiaffo morale agli incompetenti che avevano bollato Palermo-Sampdoria come "partita a rischio".

La correttezza del pubblico del "Barbera" è il messaggio più bello che poteva dare la città all'Osservatorio, che ha sbagliato a giudicare Palermo così come Bergamo; al Casms che ha suggerito la chiusura dei botteghini; al Prefetto De Miro che senza pensarci due volte ha firmato un inopportuno provvedimento; al sindaco Leoluca Orlando che non ha mosso un dito e ha abbandonato la sua Palermo al suo destino; al super tifoso presidente del Senato Pietro Grasso che pubblicamente ha preferito non esporsi; al Ministro dell'interno Angelino Alfano che al posto di risolvere i problemi prova a scansarli, senza preoccuparsi troppo di limitare la libertà dei cittadini. E ovviamente al Tar che nonostante le carte ha deciso con gran cuor di leone di respingere il ricorso del PalermoCalcio.

Alla fine in Viale del Fante, per la delicata sfida salvezza dell'1 maggio contro i doriani, non si è verificato nessun problema. Pur essendo presenti meno di ventimila persone sugli spalti, il sostegno è stato quello di uno stadio da quarantamila spettatori. Hanno quasi rischiato un infarto, hanno spinto la palla in rete con il cuore. Hanno vinto la partita insieme a Gilardino e Vazquez e il tifo sembrava quello del 2003, mentre in tv i boati del pubblico coprivano spesso la voce dei telecronisti.

Quella contro la Samp è una vittoria che ha un gusto particolare anche per questo. Perché i tifosi palermitani hanno saputo dare una lezione di folclore, intelligenza e civiltà anche alle istituzioni.

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