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Palermo, Perinetti: “La Serie C mi sembrava una sanzione ingiusta. Nuova proprietà? Il loro approccio…”

Palermo, Perinetti: “La Serie C mi sembrava una sanzione ingiusta. Nuova proprietà? Il loro approccio…”

L'intervista all'attuale dg del Genoa, Giorgio Perinetti, che si esprime in merito alle ultime vicende giudiziarie vissute dal club rosa e sulla nuova proprietà

Mediagol97

La parola a Giorgio Perinetti.

L'attuale direttore generale del Genoa in rosaneroha vissuto ben tre ere differenti, da Ferrara e Polizzi, passando per Sensi, fino a Zamparini e confrontandosi chiaramente con dei budget diversi per operare sul mercato. L'ultima promozione in Serie A del Palermo Calcio porta proprio la sua firma nel ruolo di direttore sportivo e, intervistato da La Gazzetta dello Sport, il noto dirigente sportivo della società rossoblu si è espresso in merito all'ipotesi Serie C paventata per i siciliani che nei giorni scorsi lo aveva tanto colpito. Di seguito le sue dichiarazioni al noto quotidiano sportivo nazionale anche per ciò che concerne i progetti della nuova proprietà del club di Viale del Fante targata Arkus Network.

"Ho seguito tutto con grande preoccupazione – ammette Perinetti -. La retrocessione in Serie C mi sembrava una sanzione ingiusta, ma applicabile purtroppo. Poi il sollievo della B ritrovata. In C ti perdi nei meandri di un campionato dal quale è difficile risollevarsi. Basti pensare al Catania che ogni anno fa fatica. La B consente di guardare con prospettiva alla Serie A".

La nuova proprietà vuole risanare i conti ma anche la A. Possibile avere entrambe?

"In teoria sì, in pratica è più difficile. L'approccio della nuova proprietà che parla in maniera molto chiara e ammette che la prima cosa da fare è risanare il bilancio dà un'impressione di concretezza e serietà. Era facile far proclami, coi conti in dissesto. Non è un compito facile ma è un programma concreto".

In un regime di austerity qual è la carta vincente?

"La chiarezza è fondamentale, fare proclami di vittorie senza avere i mezzi per realizzarle sarebbe deleterio. Però è un programma attuabile, lo dimostra il Cittadella che con budget ridotti riesce sempre ad andare ai playoff. Bisogna, però, che tutto l'ambiente lo accetti, senza creare resistenza aspettandosi illusioni che non si possono concedere. Occorre individuare l'allenatore giusto e i giocatori adatti".