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Perché la conferenza di Corini è stata magistrale. Il Genio oltre Rossi e Ballardini: si può costruire sotto una pioggia di bombe?

Perché la conferenza di Corini è stata magistrale. Il Genio oltre Rossi e Ballardini: si può costruire sotto una pioggia di bombe?

Le parole di Corini hanno segnato un piccolo momento storico nella storia recente del Palermo. Raramente un allenatore era stato così schietto nell'analizzare il rapporto col presidente Zamparini. Cosa cambierà adesso?

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"A Palermo ogni partita è come Hiroshima, ti arriva la bomba e non sai cosa accadrà, vi sembra normale lavorare così?".

Parole fortissime quelle di Eugenio Corini nella conferenza stampa di ieri. Il tecnico rosanero si è sfogato coi giornalisti presenti al Tenente Onorato di Boccadifalco dopo una lunga settimana in cui il futuro della sua panchina è stato pesantemente messo in discussione dal presidente Zamparini. Il patron friulano ha scelto di assumere il tecnico soltanto un mese fa, ma già dopo la gara col Pescara aveva fatto intendere di non essere soddisfatto, così la sconfitta contro l'Empoli ha fatto scattare l'ennesima crisi. Sebbene alla fine sia rimasto in panchina, Corini è stato completamente delegittimato da Zamparini e ha pensato per questo anche alle dimissioni. Per mancanza di alternative il presidente lo ha tenuto in panchina, ma una scossa del genere davvero non era necessaria ad un ambiente che deve già convivere con un pesante -7 in classifica dalla salvezza.

Forte di un amore incondizionato da parte della piazza, forte dei risultati ottenuti (oggettivamente superiori a quelli dei suoi predecessori), forte della stima dello spogliatoio Corini ha fatto emergere tutta la sua insoddisfazione. L'ex capitano rosanero col cuore in mano ha fatto una disamina dura ma lucida, senza esagerare nei toni, in cui ha spiegato cosa davvero non va nella dialettica del presidente Zamparini.

E' stato un Corini magistrale, come quando guidava il centrocampo rosanero con i suoi tocchi precisi e intelligenti. E' andato ben oltre Delio Rossi, Beppe Iachini e Davide Ballardini, allenatori che in passato si erano, seppur in modi diversi, opposti ai metodi di Zamparini. Corini li ha superati usando l'arma della chiarezza. Senza giri di parole, spiegando per filo e per segno cosa non gli è andato giù in questi giorni turbolenti Corini è arrivato dritto al cuore dei tifosi. Niente dimissioni a sorpresa, interviste non autorizzate o battute più o meno velate: semplicemente la pura verità esternata con umiltà e compostezza. Diretto e sincero, il tecnico ha detto quello che in tanti anni nessun suo collega aveva avuto il coraggio di dire.

Zamparini è una persona orgogliosa e difficilmente a 75 anni potrà cambiare diametralmente rotta, ma le parole di Corini non dovranno rimanere solo uno sfogo davanti alle telecamere. Il patron si soffermi ad ascoltare con attenzione il grido di sofferenza del suo allenatore, che è in fondo quello di un po' tutti i suoi tecnici e di tutto l'ambiente rosanero. In un calcio italiano che a tutti i livelli è pieno di yes men pronti a inseguire il consenso a suon di sorrisi di circostanza sono pochi i professionisti che dicono schiettamente al capo quello che non va. Zamparini sfrutti questa come un'occasione importante, non diventerà mai (per fortuna) uno di quei personaggi che parlano soltanto per frasi fatte e dichiarazioni diplomatiche, ma forse smusserà qualche angolo e metterà meno in difficoltà il suo Palermo. Sarebbe la più grande vittoria di Corini.

Mariano Calò

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