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De Laurentiis al veleno: “Promozioni e retrocessioni? Idiozia del calcio, club come il Frosinone dovrebbero subire multe perché…”

De Laurentiis al veleno: “Promozioni e retrocessioni? Idiozia del calcio, club come il Frosinone dovrebbero subire multe perché…”

Il patron del Napoli non le manda di certo a dire al club ciociaro e a tutti qui club che, anno dopo anno, si scambiano il posto in Serie A

Mediagol23

Un sistema sbagliato e da riformare.

Questa l'idea di Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, che ai microfoni del New York Times ha elencato i problemi relativi al sistema di promozioni e retrocessioni nel campionato italiano. Secondo il presidente dei partenopei il sistema fin qui utilizzato in A è privo di qualsiasi fondamento, con club che anno dopo anno vengono promossi dalla B al massimo campionato per poi far ritorno la stagione successiva nel campionato cadetto dopo un campionato costellato di goleade subite e risultati negativi: “Finisci primo, prendi 100 milioni di euro, per esempio, da secondo guadagni 50 milioni e così via. Ma se finisci ultimo, paghi una multa. Club come il Frosinone non attirano fan, né interessi, né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro. Se non possono competere, se finiscono per ultimi, dovrebbero pagare una multa. Non dovrebbero ricevere denaro per il fallimento. La promozione e la retrocessione sono la più grande idiozia nel calcio. Soprattutto quando anche la Uefa ha cercato di costringere i club a rispettare le regole del fair play finanziario. Le società dovrebbero essere strutturate geograficamente, in modo che possano essere autosufficienti. Se non possono sopravvivere finanziariamente, se non possono essere autosufficienti, dovrebbero essere espulse”.

Ho trascorso mesi a esaminare le proposte a Baltimora, Detroit e Las Vegas, ma sono stato scoraggiato dal costo di una squadra: oltre 150 milioni di dollari, più le spese di un nuovo stadio. Bari? Sono rimasto sorpreso. Ho ricevuto una telefonata dal sindaco, non conosco nessuno a Bari- ha concluso l'imprenditore-. Hanno visto che eravamo persone serie e dunque ci hanno contattato. A Napoli non l’hanno presa bene, ma Bari è Bari, Napoli è Napoli…”.

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