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Juventus, a tutto Moggi: “Non avrei preso CR7 a 33 anni, prima avrei venduto Higuain. Scudetti? Sono 36!”

Juventus, a tutto Moggi: “Non avrei preso CR7 a 33 anni, prima avrei venduto Higuain. Scudetti? Sono 36!”

L'intervista all'ex direttore generale del club bianconero, Luciano Moggi

Mediagol97

A tutto Luciano Moggi.

L'ex direttore generale della Juventus, nonostante la radiazione a vita dalla FIGC, continua a vivere il mondo del calcio da molto vicino. Nei suoi pensieri, trova un posto speciale indubbiamente proprio la Juve e in un'intervista rilasciata al quotidiano sportivo Il Corriere dello Sport, l'ex dirigente bianconero ha voluto dire la sua sulle recenti mosse di calciomercato della Vecchia Signora e sul futuro della squadra di mister Massimiliano Allegri tra obiettivi stagionali e solite rivendicazioni. Di seguito uno stralcio dell'intervista all'ex dg juventino.

JUVENTUS – "Resto vicino alla mia Juve. Con Andrea Agnelli mi sento spesso. E' un ragazzo sveglio. E' stato con noi 12 anni e ha imparato tutto. Lui sa bene che gli scudetti sono 36, tutti conquistati sul campo. Nessuno ha mai aiutato la Juventus a vincere".

RONALDO E NON SOLO – "Se l'ho suggerito io? No, lì è roba Fiat. E comunque io Cristiano Ronaldo l'avevo comprato. Aveva 18 anni e giocava nello Sporting Lisbona. Lo vidi e la mattina dopo firmai il contratto. Cinque miliardi più il nostro Salas, al quale avrei anche regalato un miliardo di buonuscita. Ma Salas preferì il River Plate e su Ronaldo arrivò il Manchester United. All'epoca era crisi nera alla Juve. Non avevamo una lira. Come valuto l’operazione CR7? Come marketing, un'operazione straordinaria. Ma io non avrei mai preso un giocatore a 33 anni a quelle cifre e certo non l'avrei mai sbandierato prima di vendere Higuain, uno che comunque ti fa 20 gol a campionato. Prima avrei venduto il Pipita per 50 milioni e solo dopo avrei annunciato Ronaldo. Quando consigliai Higuain alla Juve dissi: lo spersonalizziamo e lo adattiamo alla squadra. Adesso, invece, dobbiamo spersonalizzare la squadra e adattarla a Cristiano Ronaldo. Florentino Perez mi disse di lui che non giocava nel Real Madrid, ma che nel Real giocava Ronaldo. Dalla Spagna mi hanno fatto notare che se segna un compagno lui non va mai a esultare. Se segna lui, sceneggiate grandiose. Euforia dell’ambiente? Pericolosa come tutti gli eccessi. Ho consigliato ad Allegri di stemperare. Lui mi ascolta".