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serie b
“Siamo in una situazione di guerra. Se non si riprenderà a giocare, sono convinto che più di qualche club non sarà nelle condizioni di iscriversi”.
Così il presidente del Perugia, Massimiliano Santopadre, in merito all'attuale situazione delicata che sta attraversando il Paese e che inesorabilmente si ripercuote anche sul mondo dello sport e del calcio in particolare. intervistato da Il Corriere dello Sport il numero uno del club umbro ha poi proseguito: “Il rischio vero è di fallire perché se i fatturati delle nostre aziende primarie sono stati sbriciolati dal blocco delle attività, non ci sarà nessuna possibilità di tenere i piedi le società di calcio. Riprendere ad ogni costo? No. Prima la vita. Se scenderemo in campo lo faremo solo per una questione economica. Ma non basta a giustificare i potenziali rischi”.
Tante polemiche e discussioni anche sui possibili tagli ali stipendi dei calciatori: “Avrebbero un mancato guadagno, non perdite. un stipendio medio in B è di 200 mila euro netto (440 lordo, ndr), da una riduzione eventuale delle mensilità restante un giocatore perderebbe dal 12 al 25 percento del contratto annuale - ha precisato Santopadre -. Credo che la richiesta di una riduzione ragionevole degli stipendi sia un atto dovuto e di responsabilità che non ha bisogno di ulteriori trattative. La continuità aziendale deve venire prima e tutelerà così anche i calciatori in futuro”, ha concluso il presidente del Perugia.
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