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Maradona, Marchesi ricorda Diego: “Vi racconto suo trasferimento a Napoli, tutto sul nostro primo incontro”

Mediagol40

Rino Marchesi è stato il primo allenatore italiano di Diego Armando Maradona

"Con me, Diego non ha mai saltato un allenamento. Si divertiva tanto col pallone che non voleva mai andar via".

Esordisce così Rino Marchesi, il primo allenatore italiano di Diego Armando Maradona, intervenuto ai microfoni del 'Giornale.it'. Dopo il dolore e lo shock per la sua improvvisa morte - ElPibe de Oro è deceduto mercoledì pomeriggio nella sua casa di Tigre, quartiere di Buenos Aires, in Argentina, dove stava trascorrendo il periodo di convalescenza dopo l'intervento chirurgico alla testa -, restano i ricordi e i bei momenti trascorsi in compagnia del Diez. Marchesi, è certamente uno dei tanti testimoni di quello storico trasferimento che trasformò Napoli nell'ombelico del mondo e aggiunse un diamante preziosissimo ad un campionato già ricco di talenti.

"Il Napoli, su mio suggerimento, aveva già acquistato dall'Inter Bagni: la prima pietra della squadra che avrebbe poi vinto lo scudetto. Cercavamo un attaccante e un trequartista. Io e il presidente Ferlaino andammo a Milano per il mercato e fummo ospiti del presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini. Stavamo trattando il doppio acquisto di Beccalossi e Serena. Mentre eravamo a cena, dalla Spagna, Antonio Juliano ci informò che si stava concretizzando l'affare Maradona. Lasciammo casa Pellegrini e andammo in albergo ad aspettare la notizia. Poi di corsa in Lega per depositare a mezzanotte la busta con la firma di Diego. Lui sapeva di essere arrivato in una squadra non competitiva subito per lo scudetto eppure accettò con entusiasmo. Nostro primo incontro? A Castel del Piano, in ritiro. Venne da me e disse: mister, io sono a sua disposizione. Questo era Maradona. Generoso poi con i compagni. Capitò che dopo qualche partita deludente riprendessi uno o due calciatori. Diego interveniva puntualmente per difenderli".

"Diego non ha mai saltato un allenamento. La sua caviglia, quella sinistra, era la caviglia operata dopo lo scontro con Goikoetxea, gli procurava spesso dolori lancinanti. Un giorno venne da me e mi disse: mister non so se riesco a farcela per giocare domenica, potrei non essere d'aiuto ai miei compagni. Gli risposi: tu giochi, i tuoi ti porteranno in braccio in campo. Nell'86 sono andato in Messico a seguire il mondiale e in quella circostanza feci visita al ritiro dell'Argentina e andai a salutarlo. C'era Signorini, il suo preparatore atletico, che lo aveva lucidato a puntino. E infatti da solo, praticamente, vinse la coppa. Di recente l'avevo sentito ma sempre attraverso Signorini gli ho fatto gli auguri per il suo ultimo compleanno. Sapevo che non stava bene. Vita privata di Diego? A Napoli arrivò con il suo primo agente, un ebreo-polacco, Jorge Cyterszpiler (morto suicida a Puerto Madeo nel 2017, ndr), che lo pedinava giorno e notte, senza mai lasciarlo solo", ha concluso Rino Marchesi.