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Palermo, Errante Parrino: “Hera Hora, la liquidazione blocca Di Piazza. Club in vendita? Ecco come stanno le cose”

Mediagol3

Le dichiarazioni rilasciate dal commercialista Errante Parrino

Hera Hora si avvia verso la liquidazione.

Nella giornata di domenica si riunirà il Cda della società di Dario Mirri e Tony Di Piazza, con Hera Hora - controllante del Palermo FC - che intenderebbe deliberare lo scioglimento anticipato. "Lo scioglimento pone in liquidazione l’intera società, quindi da quel momento in poi la società non può svolgere nuova attività. Può pagare i debiti, proseguire le attività in corso e, in parole molto semplici, deve vendere i beni, incassare i crediti e pagare i debiti. Si redige il bilancio finale di liquidazione e il netto, sempre che ci sia, lo si divide tra i soci". Lo ha detto Salvatore Errante Parrino, dottore commercialista e membro del collegio sindacale del Palermo ai tempi di Ferrara e Polizzi, intervistato ai microfoni del "Giornale di Sicilia".

VENDITA - "Quindi il Palermo sarà in vendita? Una società in scioglimento deve alienare, ovvero vendere, i propri beni. Poi la liquidazione non ha un tempo entro cui occorre completarla, ma gli asset della società vanno venduti dal liquidatore. Le quote di una sua partecipata, in questo caso il Palermo, sono sempre un asset, un bene, quindi saranno formalmente in vendita. Poi, se si volessero accelerare i tempi, si potrebbero attribuire le quote ai soci come saldo della liquidazione. Hera Hora può rimanere in liquidazione e il Palermo può svolgere la sua attività".

DI PIAZZA -"Di Piazza intende recedere? È messo alle strette, perché così il recesso è inefficace, considerata la messa in liquidazione, e non può ricevere alcunché. È tutta la società ad essere in liquidazione, il recesso si blocca e quel che rimane, se rimane, si ripartisce. Sicuramente, così, si blocca l’operazione di recesso, come dice il codice civile. È come se non fosse mai stato esercitato. Un socio che chiede il recesso, verosimilmente, attende un rimborso. Così non sarà. Dato che il recesso ha perso efficacia, il recedente rimane un socio. Una volta deliberata la liquidazione, essendo il Palermo un asset della società in questione, andrà venduto. Il liquidatore, per legge, ha l’obbligo di vendere i beni sociali. Se nessuno acquista le quote, però, le quote potrebbero essere assegnate ai soci di Hera Hora, ma serve il consenso unanime degli stessi. Ipotizziamo che succeda: le quote del Palermo passerebbero a Di Piazza e Mirri, nelle stesse proporzioni. Di fatto, da proprietari indiretti diventerebbero proprietari diretti", ha concluso.