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Francesco Totti: “Il segreto dei miei primi 40 anni. Stavo per andare al Real Madrid, il mio consiglio per i campioni di domani”

L'intervista al capitano della Roma nel giorno del suo compleanno.

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Un giorno speciale, gli occhi del mondo addosso. Totti per sempre, oggi più che mai. Il 40esimo compleanno.

"Che effetto fa ricevere gli auguri? Vi ringrazio di cuore, non mi sarei mai aspettato un tributo così importante. Tutte le icone del mondo dello sport mi hanno fatto gli auguri. E' un onore. Messi? Lo ringrazio infinitamente. L'ho conosciuto di persona ed è un fenomeno anche fuori dal campo, ogni tanto ci messaggiamo. Se ho tutti questi estimatori, vuol dire che qualcosa di buono l'ho fatto", ha detto Totti a SkySport.

Gli auguri di Del Piero -"Sono contento per gli auguri, perché siamo sempre stati amici. Non c'è stata mai concorrenza. Abbiamo cercato sempre di raggiungere gli obiettivi assieme. Sono felice di averlo conosciuto di persona, poi come calciatore è stato anche lui un campione".

Come si arriva a 40 anni in queste condizioni? -"Personalmente ho sempre cercato di essere un professionista serio. Non ho vizi, do tutto sul campo. Questo è il mio segreto del successo. La voglia, la passione, il divertimento ci sono sempre, al di là di qualche infortunio che ho avuto nel corso della mia carriera".

Difficoltà e inizi -"Cosa consiglio a un 16enne? Di divertirsi. Esordire a quell'età non è semplice, ma con la voglia, la determinazione e la passione aiutano a superare le difficoltà, a vedere al di là dei problemi. E' importante cercare di dare il massimo per te stesso e per il gruppo. Un momento difficile della mia carriera? Ne ho vissuti diversi. Quando ho subito l'infortunio; in occasione della stipulazione del penultimo contratto... Lì, a un certo punto, ho pensato anche di cambiare squadra. Poi la gente che mi è vicina ha consigliato bene e fortunatamente sono rimasto qua. Il giorno più bello di questi 40 anni? Penso l'esordio in campionato, perché da lì è cominciato tutto".

Real Madrid - "Stamattina volevo staccare il telefono e darmi malato. Poi ho pensato bene di vivere appieno questo giorno e di esserci per tutti. E' giusto così. Roma è una città bellissima che mi vuole bene. Quando sono stato vicino ad andar via? L'anno dopo lo scudetto, quello di Capello, nel 2003. Ero molto vicino al Real Madrid, ma non sarei mai andato in un'altra squadra in Italia. Perché non sono andato più ai galacticos? La famiglia e gli amici più stretti mi hanno fatto capire per bene le cose".

Gli allenatori -"Litigare con gli allenatori? No, litigate mai. Discussioni com'è normale. Io faccio parte del gruppo, ho sempre remato dalla parte della società, non ho mai cacciato alcun allenatore. Il compagno con cui sono andato più d'accordo? Credo che il rapporto migliore ce l'ho con Candela, che frequento tuttora".

Verdone e Vale -"Carlo Verdone? E' il numero uno, lo conosco molto bene. E' un uomo vero. Valentino Rossi? Stiamo parlando di un'altra leggenda che ha fatto vedere di che pasta è fatto. Lui ha la moto? Sì, io vado a piedi, ma a contare di più è la testa, null'altro".