"Zamparini ha detto che, appena compresa la situazione, non ho provato in alcun modo a rimanere a Palermo? E' vero, ha ragione. Era impossibile pensare di proseguire l'avventura in rosanero". Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Guillermo Barros Schelotto a un mese dal suo addio ai rosanero.
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Schelotto: “Mio addio per il bene del Palermo, vi spiego perché”
Le dichiarazioni dell'attuale tecnico del Boca Juniors.
"Decisi allora di rassegnare le mie dimissioni, pur sapendo che stavo per lasciarmi scappare un'opportunità unica che potrebbe anche non più capitarmi in carriera. Però questa era la decisione più logica da prendere. Pensate - spiega -, fossi rimasto a Palermo, fino a giugno avrei dovuto vivere nella seguente maniera: non sarei potuto entrare nello spogliatoio, lo staff tecnico non avrebbe potuto prendere posto in panchina. Zamparini mi ha fatto sedere in panchina in qualità di dirigente accompagnatore. Ok, poteva essere una soluzione, ma che allenatore è quello che durante le partite non può alzarsi, raggiungere il bordo del campo e urlare indicazioni ai propri giocatori? Ci siamo sentiti limitati e soprattutto a disagio: non è un trattamento cui sono abituati gli allenatori. Per questo motivo ho detto basta. E l'ho detto anche per il bene del Palermo. In che senso? Sapete, i giocatori hanno bisogno di ricevere i giusti incitamenti durante un match e li vogliono ricevere da quel tecnico che li allena in settimana. Una squadra come il Palermo, che lotta per la salvezza, necessita massima comunicazione tra tecnico e calciatori".
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