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Palermo, Miccoli in aula: “Estorsione? Ho solo aiutato un amico, assurdo esser processato per sette mila euro”
L'ex attaccante e capitano rosanero si scusa nuovamente: "Sono cinque anni che mi porto dietro questo fardello, non so più cosa fare"
Fabrizio Miccoli si è presentato ieri mattina col volto visibilmente incupito alla prima udienza del processo d'appello che lo vede imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Uno dei calciatori più amati della storia del Palermo ha chiesto ancora scusa a tutti per la brutta frase nei confronti del giudice Giovanni Falcone. "Sono cinque anni che mi porto dietro questo fardello, non so più cosa fare - ha ammesso l'ex numero 10 ai microfoni de Il Giornale di Sicilia -. Assurdo di dover essere processato per settemila euro, quando ho regalato migliaia di euro per maglie e beneficenza".
L'ex calciatore pugliese ha spiegato ai giudici di "aver fatto solo un favore ad un amico ed in maniera lecita". La vicenda è quella relativa alla discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. Miccoli, condannato dal gup a tre anni e mezzo di reclusione, avrebbe incaricato Mauro Lauricella, figlio però dell’allora latitante per fatti di mafia Antonino «u scintilluni», di recuperare un presunto credito di settemila euro vantato dall’ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini. A giugno la parola passerà al pg Ettore Costanzo per la requisitoria. La sentenza dovrebbe invece arrivare ad ottobre.
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