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Palermo: chi è Bruno Tedino? Il profilo dell’allenatore scelto da Zamparini

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Il miracolo sfiorato con il Pordenone ha tolto ogni dubbio di torno: Bruno Tedino ha convinto ulteriormente gli addetti ai lavori nelle categorie di B e di Lega Pro. La gestione del gruppo congiunta alle idee tattiche fanno sì che oggi sia uno dei mister maggiormente in ascesa dalla vecchia serie C.

Classe 1964, la sua carriera da calciatore si è interrotta a 22 anni per un problema fisico. Così nella seconda metà degli anni '80 ha avuto avvio la sua seconda vita calcistica, quella da tecnico. Prima ha allenato nel vivaio di Treviso, Conegliano e Montebelluna, poi proprio l'incontro con Zamparini al Venezia nel tra il '95 e il '97 (ha guidato per due stagioni le giovanili dei veneti). Quindi una serie di esperienze in Prima Squadra con il Novara, la Pistoiese, Sudtirol, Sangiovannese, fino ad approdare, sulla panchina della Nazionale Italiana Under-16 (prima) e Under-17 (poi).

4-3-1-2 (col rombo) consolidato per Tedino che, incalzato sul suo credo calcistico, ha detto in passato di ispirarsi sia a Sacchi che a Guardiola. "I moduli? E’ uno sport di movimento, per me conta lo sviluppo delle due fasi, come gestire quella di non possesso e giocare palla a terra. Sacchi ha cambiato il nostro calcio, Guardiola ha invece introdotto un nuovo concetto, quello del recupero della palla in 3-4 secondi - raccontava a La Giovane Italiain questa intervista -. La ritengo la cosa migliore degli ultimi 15 anni. Lo ha fatto con atleti di grande talento, ma lo si può fare ad ogni livello. Io, ad esempio, ci provo con i miei calciatori. La grande fortuna è avere un gruppo di persone, staff compreso, molto disponibile. Ma c’è una lezione, valida dentro e fuori dal campo, che porto sempre con me come un incitamento costante: ‘Occhio, nella vita prima o poi arriva sempre qualcuno più bravo o più furbo’. E’ la lezione di mio padre”.