"Ci tengo a salutare i tifosi del Palermo e tutta la città. Perché in Sicilia sono stato benissimo. Calcisticamente, ma non solo. Una città meravigliosa, dove si mangia benissimo e dove c’è un mare fantastico". Lo ha detto Stephen Ayodele Makinwa, intervistato ai microfoni de "La Repubblica". Diversi i temi trattati dall'ex attaccante del Palermo, che ha vestito la maglia rosanero nella stagione 2005/2006: dalla scelta da parte del City Football Group di affidare ancora una volta la guida tecnica della prima squadra all'ex compagno di squadra Eugenio Corini, alla sua nuova vita da procuratore. Ma non solo...
EX PALERMO
Makinwa: “Palermo merita la Serie A, Corini l’uomo giusto. Ho un sogno…”
PALERMO -"Ricordo che il Palermo doveva sostituire un certo Luca Toni, un’impresa non semplice. Arrivammo io e Caracciolo a giugno e Godeas e Di Michele a gennaio. Avevo appena 22 anni, ero reduce da 6 mesi giocati bene con l’Atalanta, in cui avevo segnato 6 gol, ma non avevo certo i numeri e l’esperienza di Toni. Segnai 8 gol in 33 partite, tra campionato, Coppa Italia e Coppa Uefa. Fu l’anno migliore della mia carriera. In campionato segnai contro Inter, Siena, Empoli, Cagliari e Treviso, tutti gol decisivi. Una stagione di alti e bassi, ma alla fine positiva, in cui arrivammo quinti, a soli due punti dal Chievo Verona, che arrivò quarto. E con appena sei punti di distacco dal Milan, terzo in classifica. Sfiorammo la finale di Coppa Italia: eliminati in semifinale dalla Roma solo per la regola dei gol in trasferta, dopo che avevamo superato il Milan ai quarti di finale".
SU CORINI -"L’esperienza in Coppa Uefa? Fantastica. La mia prima volta in Europa. E siamo stati eliminati dallo Schalke 04, dopo aver vinto l’andata. Con la Lazio, per la prima volta, ho giocato la Champions League, ma Palermo mi ha lanciato e mi ha fatto esprimere al meglio. Chi è stato, quell’anno, il mio compagno più forte? Difficile dirlo. La squadra era fortissima. Barzagli, Grosso, Zaccardo, Corini, Rinaudo, Caracciolo, Terlizzi, Santana, Di Michele, Barone, Brienza, Sirigu, Tedesco, Gonzalez, Agliardi, Biava. Tutti fortissimi. Eugenio Corini, però, aveva un’intelligenza superiore. Disegnava calcio. E per un attaccante, come me, giocare con lui era molto più facile. Il Palermo deve tornare in serie A! Ricordo, come fosse ieri, lo stadio pieno. Il Palermo merita la serie A. E Corini è l’uomo giusto per portare il Palermo dove merita. Il 'City Group' ha grandi ambizioni e credo che allestirà una squadra fortissima. Corini è molto amato dai tifosi e conosce bene la città. La squadra va rinforzata, ma le premesse sono più che buone".
NUOVA VITA -"Sono stato fortunato, perché sono arrivato dalla Nigeria quando avevo appena 17 anni. Sono partito dall’Eccellenza, da Conegliano Veneto. E so cosa vuol dire vivere la povertà. Oggi faccio il procuratore. Voglio lanciare i giovani talenti nigeriani e dare a questi ragazzi una possibilità. In Africa, purtroppo, ci sono tanti bravi calciatori che non hanno la possibilità di mostrare le proprie qualità, perché vivono in condizioni difficili. Voglio lanciarli e di conseguenza dargli modo di aiutare anche le proprie famiglie. Quando tornerò in Sicilia? Spero presto. Anzi, prometto che il prossimo anno verrò a vedere una partita del Palermo. Dal vivo. Corini e Rinaudo erano miei ex compagni di squadra e li verrò a trovare volentieri. Sarà una bella rimpatriata ricordando quegli anni e le soddisfazioni che ci siamo tolti con la maglia rosanero. E magari, chissà, un giorno porterò qualche astro nascente del calcio nigeriano al Palermo che, sono certo, per quel tempo sarà tornato in serie A".
© RIPRODUZIONE RISERVATA