Una dignitosa carriera da calciatore con trascorsi anche nella massima serie nei primi anni novanta. Quando la Serie A italiana era una vera e propria parata di stelle ricca di fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio mondiale. Ricordi piacevoli, seppur sbiaditi, ripercorsi dall'ex direttore sportivo del Palermo, Fabio Lupo, ai microfoni di Mediagol.it.
serie b
Lupo-Mediagol: “Il mio passato da calciatore tra fenomeni come Maradona e Van Basten. Quel gol al Palermo…”
L'intervista esclusiva realizzata dalla redazione di Mediagol.it all'ex direttore sportivo del Palermo, Fabio Lupo
"Ero un giocatore ambidestro, calciavo male con entrambi i piedi (ndr. ride) la mia caratteristica era la grande corsa e avevo una forte duttilità tattica, ho giocato in tutti i ruoli ed ho fatto anche il portiere per 5 minuti prendendo anche gol. Con la maglia dell’Ancona in Serie B stavamo vincendo il campionato, giocavamo a Brescia ed era una partita decisiva, la quartultima di campionato, il nostro portiere Alessandro Nesta, che adesso prepara i portieri a Napoli, fa un intervento con la mano al limite dall’area, viene espulso e viene concesso il calcio di punizione, dalla lunetta vanno Ganz, che era un giocatore mancino che aveva fatto tanti gol, e Domini, che era un destro di grande qualità. Io mi sono messo la maglia e ho piazzato la barriera, sembravo quasi un portiere vero, Ganz tira e la palla sbatte sulla traversa ed entra in rete, ho preso la palla l’ho rilanciata e da lì non l’ho più toccata. Il calciatore più forte che ho incontrato? Ho avuto la fortuna di affrontare veramente tanti giocatori forti, perché ho giocato contro Maradona, che faceva cose con la palla inconcepibili, o Platini, con tutti i campioni degli anni ’80 e ’90, ognuno a loro modo straordinari. La vita da calciatore è unica secondo me, perché è quello che tu sogni da bambino in tutte le sue essenze, lo respiri, ci arrivi e ti dà delle emozioni incredibili che nessun altro mestiere come anche quello del direttore sportivo o dell’allenatore ti dà, perché quel mondo lì è fatto di inseguire la palla, dei contrasti, della fatica, ricordo anche il dispiacere e l’amaro della sconfitta, la lotta per recuperare un posto, oltre che la bellezza di una vittoria, l’arrivo in una squadra più importante: è la vera passione che si concretizza in vita. Io penso che il calciatore sia una fase irripetibile, infatti rispondo ai miei giocatori, quando mi dicono che gli piacerebbe fare il mio lavoro, di fare il calciatore fino a quando è loro possibile, quando la salute li assiste, perché è un mestiere irripetibile anche nell’emotività, fare il gol non è la stessa cosa che esultare per un gol, è un’emozione non ripetibile né raccontabile.
La porta l’ho beccata anche alla Favorita, nella stessa annata in cui feci il portiere, segnai un gol molto bello con cui passammo in vantaggio contro Taglialatela in porta mentre in difesa c’era Biffi. Era la stagione 1991-92 del campionato di Serie B, noi poi andammo in Serie A, non so il Palermo".
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