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Gazzetta: “Palermo, non pensare di essere salvo. Rosa mai pericolosi, Schelotto in discesa. Antonelli sembrava CR7…”

Gazzetta: “Palermo, non pensare di essere salvo. Rosa mai pericolosi, Schelotto in discesa. Antonelli sembrava CR7…”

Palermo-Milan, l'analisi del match della 'Rosea'.

Mediagol7

"Come la Juve ha ri­pre­so a vo­la­re af­fi­dan­do­si alla si­cu­rez­za del 3-5-2, così il Milan s’è ri­mes­so a cor­re­re sem­pli­ce­men­te re­cu­pe­ran­do un 4-4-2 vin­ta­ge, forse, ma or­di­na­to ed ef­fi­ca­ce: tanto alla fine Bacca la mette den­tro e ri­sol­ve metà dei pro­ble­mi. Anche con­tro il Pa­ler­mo il co­lom­bia­no non per­do­na, come un cow-boy spie­ta­to di Ta­ran­ti­no: gol alla prima palla. Se poi Gol­da­ni­ga re­ga­la gen­til­men­te il più inu­ti­le dei ri­go­ri a Niang, esat­to: la par­ti­ta fi­ni­sce in cas­sa­for­te in poco più di mez­zo­ra, 0-2 e non c’è nean­che da dan­nar­si. Tanto l’elet­troen­ce­fa­lo­gram­ma del Pa­ler­mo è piat­to. To­tal­men­te piat­to". Questa l'analisi de 'La Gazzetta dello Sport' di Palermo-Milan, match giocato ieri sera al Renzo Barbera e valido per la ventitreesima giornata di Serie A. "In­som­ma, s’è ca­pi­to, non è l’esame da gran­di che ci si aspet­ta­va dopo il derby – im­ba­raz­zan­te la fa­ci­lità con la quale sono ar­ri­va­ti i tre punti – e le in­ter­ro­ga­zio­ni più serie sono ri­man­da­te ad altra data. Ma è la clas­si­fi­ca quel­la che conta. Vin­co­no le prime, sì, ma die­tro Em­po­li, Sas­suo­lo e Lazio stan­no ri­fia­tan­do e Mi­ha­j­lo­vic co­min­cia a ve­de­re l’Eu­ro­pa. In­ve­ce Sche­lot­to po­treb­be co­min­cia­re a pre­oc­cu­par­si: alle sue spal­le non si sono ar­re­si. E forse il tec­ni­co ar­gen­ti­no ci mette un po’ del suo in que­sta scon­fit­ta: con la com­pren­si­bi­le vo­glia di stu­dia­re, ag­giu­sta­re la scac­chie­ra tat­ti­ca e sor­pren­de­re. Dopo nean­che dieci mi­nu­ti, in­fat­ti, il 4-3-3 degli ul­ti­mi turni – in­ter­pre­ta­to molto li­be­ra­men­te da Va­z­quez, più tre­quar­ti­sta che ester­no – si tra­sfor­ma in un 4-2-3-1 più no­bi­le ma alla lunga meno utile. L’idea del tec­ni­co ar­gen­ti­no è chia­ra: li­be­ra­re il fan­ta­si­sta dalle cure di Kucka, che ha l’evi­den­te com­pi­to di ag­gre­dir­lo quan­do la sua ma­no­vra passa dal cen­tro, la­scian­do­lo più tran­quil­lo tra le linee - si legge -. Solo che così le di­stan­ze del Pa­ler­mo si al­lun­ga­no. Hi­l­je­mark, l’unico che col­le­ghi le gambe al cer­vel­lo, deve al­lar­gar­si, e il cen­tro­cam­po s’im­po­ve­ri­sce ter­ri­bil­men­te: Ja­ja­lo e Cho­chev, tro­va­te­ci un re­gi­sta tra i due per fa­vo­re, non pos­so­no reg­ge­re il con­fron­to con Kuc­ka-Mon­to­li­vo, quan­to meno per me­stie­re. [...] Sor­ren­ti­no i mi­ra­co­li li fa, non però gli straor­di­na­ri. E anche il 2-0 co­mun­que ar­ri­va dall’en­tra­ta dall’altro lato di An­to­nel­li che, con­tro Stru­na, sem­bra CR7 per come s’in­fi­la: dalla re­spin­ta nasce il ri­go­re per lo scia­gu­ra­to brac­cio di Gol­da­ni­ga che aveva il tempo per ta­gliar­si i baffi men­tre rin­via­va. E due al 33’. Game over. [...] Il Pa­ler­mo è in­ve­ce messo male. Dall’ar­ri­vo di Sche­lot­to è stata tutta una di­sce­sa: suc­ces­so con l’Udi­ne­se, pari con il Carpi e scon­fit­ta con il Milan che delle tre è la più dif­fi­ci­le, sì, ma af­fron­ta­ta nel peg­gio­re dei modi. Non c’è rea­zio­ne allo svan­tag­gio (una volta sotto il Pa­ler­mo non è mai riu­sci­to a vin­ce­re), non c’è grin­ta, il pres­sing è ap­pe­na ac­cen­na­to e la ma­no­vra si svi­lup­pa per ini­zia­ti­va dei sin­go­li. I li­mi­ti di­fen­si­vi sono evi­den­ti e Sor­ren­ti­no non potrà sem­pre na­scon­der­li, le 'fol­lie' di Gol­da­ni­ga pre­oc­cu­pan­ti. Urge un play perché Ja­ja­lo non lo è (Cri­stan­te?) e so­prat­tut­to chia­ri­re la si­tua­zio­ne Va­z­quez: che così, un po’ in­do­len­te e sem­pre lon­ta­no dall’area, può fare tutti drib­bling che vuole, e ri­ce­ve­re al­tret­tan­ti falli, tanto non è mai pe­ri­co­lo­so. Poi è anche vero che non c’è più Dy­ba­la ac­can­to, ma pen­sa­re di es­se­re salvi sa­reb­be un bel guaio".