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Futuro Palermo: cinesi-statunitensi, le due diverse strategie. Presto contatti con Zamparini, le ultime

Futuro Palermo: cinesi-statunitensi, le due diverse strategie. Presto contatti con Zamparini, le ultime

Si delineano tre distinte cordate di investitori intenzionati a trattare l'acquisizione delle quote della società rosanero: ecco la situazione.

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Quando, in occasione del suo ultimo blitz a Palermo, Maurizio Zamparini sottolineava ai cronisti presenti al Barbera che "al 90%" avrebbe venduto la società di cui è presidente dal 2002, alludeva al fatto che non era completamente certo che i gruppi di investitori gli delineassero una strategia da lui condivisa.

Sebbene abbia più volte manifestato la sua volontà di lasciare il club e il calcio italiano poiché "stanco dei soprusi e delle situazioni vissute in carriera", il patron friulano non ha perso definitivamente l'entusiasmo: vuole rimanere al timone dei rosa e intenderebbe farlo ancora per un paio di stagioni. E' per questo motivo che, in uno dei periodi più caldi in cui si ritrova a negoziare con alcune cordate di imprenditori, sarebbe più incline a sposare un progetto che lo veda cedere una quota di minoranza nel futuro immediato e passare la mano definitivamente solo tra un paio di primavere.

Un entusiasmo, nei confronti della presidenza di una società di Serie A, che Zamparini aveva quasi perso negli ultimi mesi, ma che ha ritrovato soprattutto riformando la coppia storica con Rino Foschi e i più stretti collaboratori del dirigente romagnolo (Beppe Corti su tutti). Con Foschi, il presidente rosanero vuole riprendere un discorso lasciato in sospeso qualche anno fa e, grazie al suo contributo (Foschi, sulla carta, ha piena autonomia nell'area tecnica), intende allestire una squadra solida per il futuro. Il tutto grazie anche ai capitali freschi che metterebbero a disposizione i nuovi investitori.

Delle tre cordate che fin qui si sono fatte avanti (due cinesi e una italo-americana), quella maggiormente intenzionata ad entrare in società dapprima con un 20-30% e poi - a seguito di un biennio - con l'intero pacchetto azionario, sembrerebbe essere quella statunitense. Quest'ultima - come scritto in precedenza, non si tratterebbe della famiglia di Vincent e John Viola - avrebbe fatto capire al patron che, prima di tentare il salto nel vuoto, vorrebbe prima una guida su come usare il prodotto: Zamparini, insomma, dovrebbe guidare i nuovi investitori, introducendoli al mondo del calcio italiano, un mondo con cui - per tasse, pressione fiscale e burocrazia - è difficile fare i conti. Il patron sarebbe ben disposto a sposare una soluzione del genere, ma intanto non chiude le porte ai due gruppi cinesi che, prima di trattare (rispetto agli americani, vorrebbero acquisire una maggior fetta azionaria del Palermo) dovranno ricevere l'ok del governo di Pechino.

Nessuna decisione fin qui presa: Zamparini non ha palesato preferenze, ma incontrerà in Friuli tutte e tre le cordate che si sono fatte avanti e ascolterà pazientemente cosa hanno da proporgli per il suo Palermo. Dalle parole si passerà ai fatti, con le trattative vere e proprie. Non una storia che possa conoscere la parola fine nel futuro immediato, ma che un finale (Zamparini si augura sia lieto) avrà, prima o poi.