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LA COPERTA CORTA E LA LEZIONE DELLA GENTE

LA COPERTA CORTA E LA LEZIONE DELLA GENTE

di Leandro Ficarra.

Mediagol8

di Leandro Ficarra

La squadra di Iachini coinvolge, a tratti esalta, poi si incarta e ti fa dannare. Comunque emoziona. Onorando la maglia e non lesinando una goccia di sudore. Questo alla gente piace. Il tributo finale del popolo rosa ai ragazzi di Iachini assume un significato profondo. Che va ben oltre la sconfitta e le quattro sberle incassate. Ribadisce la maturità e la competenza di un pubblico capace di leggere acutamente tra le righe di una prestazione. Scavando ben oltre la striminzita logica del risultato. Fotografando nitidamente dimensione e lacune di questo organico. Apprezzandone lo sforzo, innamorandosi anche delle sue imperfezioni. Sospeso tra la voglia di sostenerlo ed il timore che i valori tattici e caratteriali che esprime possano non bastare a raggiungere l’obiettivo. Per una squadra ricca di individualità dignitose ma mediocri per la categoria in alcuni ruoli, talentuose ma acerbe in altri, la simbiosi con la propria gente assume un valore inestimabile.

La ripresa racconta di un Palermo volitivo, invasato, arrembante. Che vuole incassare il suo credito con la sorte. Una squadra che alza il baricentro, chiude la Lazio nella sua metà campo, sgancia anche gli esterni in fase propulsiva. Emerson rileva Lazaar. Dybala e Vazquez improvvisano saggi di balistica e tecnica individuale che infiammano il pubblico ed irretiscono i rispettivi controllori sempre più costretti alle maniere forti. Una serie di falli sistematici, non sempre rilevati e raramente sanzionati da un arbitro parso mediocre e tendente ad un maldestro protagonismo. Marchetti si oppone ad un gran sinistro di Dybala, quindi Feddal su sponda di aerea di Barreto non centra incredibilmente la porta da due passi. La spinta di Mauri sul marocchino è evidente. Gli estremi del penalty ci sono tutti ma Di Bello, irremovibile, sorvola. Le speranze rosa si infrangono su un colpo di testa debole e centrale di Rigoni, magistralmente pescato da Vazquez.

Indicate cattiva sorte, arbitraggio infelice, assenza di cinismo e valore dell’avversario come causali di questa inopinata batosta, bisogna riflettere su un bottino numerico troppo magro rispetto alle importanti prestazioni fornite. Adagiarsi sul refrainpoveri ma belli può innescare un meccanismo masochistico e pericoloso. I consensi non fanno classifica. Conforta aver retto il confronto e collezionato punti contro compagini del calibro di Inter e Napoli, preoccupa il cristallizzarsi di certi difetti che rischiano di diventare cronici. Empoli in trasferta, Cesena al “Barbera”. Sono queste le sfide che contano. Dove non si deve sbagliare. A Iachini il compito di sistemare al meglio una coperta che sembra sempre troppo corta. Rinunciare ad un mediano equivale ad esporre a sollecitazioni estrema una linea difensiva, encomiabile per applicazione, ma non eccelsa a livello di singoli. Ancora priva di Munoz e Gonzalez, con Bamba in apprendistato. Ok il tridente, l’audacia, lo spettacolo. Ma per legittimare questo tipo di schieramento la palla bisogna buttarla dentro, onde evitare che divenga un boomerang.

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