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Palermo, Mirri tra sogni e paure: “Il calcio è un pretesto, vi spiego perché. L’amore e i soldi…”

Lunga ed interessante intervista a cuore aperto al presidente e comproprietario del Palermo, Dario Mirri. L’imprenditore pubblicitario esprime sogni e paure in vista dell’inizio della Serie D

Mediagol22

Dario Mirri si racconta a poco più di un mese dall’assunzione della carica di presidente del nuovo Palermo.

Il patron rosanero, a pochi giorni dall’inizio del campionato di Serie D, ha espresso — ai microfoni della Repubblica — i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. La nuova avventura da presidente-tifoso, infatti, prenderà definitivamente forma in occasione dell’esordio stagionale, in programma l’1 settembre a Marsala: “È una grande responsabilità. Dobbiamo vincere e non abbiamo alternative. Una stagione nella quale abbiamo tutto da perdere. Quello che sta accadendo in questi giorni va molto oltre il mio sogno. È qualcosa che ho immaginato per una vita e che adesso si è avverata. Ora però è tempo che il sogno diventi una bella realtà. È rimasto più che un pizzico di amarezza per quello che è successo. Per me la fine del Palermo è un lutto. Con la morte della vecchia società per noi tifosi è arrivata la mezzanotte. Dopo la mezzanotte però non può che esserci l’alba e una nuova rinascita. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Noi ci siamo già assunti un impegno e lo abbiamo fatto in maniera concreta capitalizzando la società per quindici milioni. Significa che abbiamo versato dei soldi che restano come capitale sociale e che noi non possiamo riprendere. Mettiamo quindici milioni per il futuro della società nella speranza che questa domani possa avere un valore più elevato”.

Un lavoro che, senza dubbio, non riguarda soltanto le questioni relative al terreno di gioco: “Il calcio è il pretesto per dimostrare che in questa città ce la possiamo fare. Che non abbiamo bisogno sempre degli altri che ci dicano come dobbiamo comportarci o che, peggio, facciano le cose al posto nostro pensando che noi non siamo in grado. Rappresento quei palermitani che vogliono fare bene senza subire le scelte di altri”.

Il piano del duo Mirri-Di Piazza, dunque, va oltre gli aspetti economici: “Il mio messaggio è valido in Serie D come in C, in B e in A. Le fondamenta del nostro Palermo non potevano che essere queste. I soldi sono un elemento importante, ma i valori per cui si ama la squadra sono altri. Io paragono il Palermo al matrimonio, alla salute, dove è vero che i soldi contano ma l’ amore e la salute non li compri con i soldi. Per me lo sport è un valore che non può essere cambiato dal fatturato”.

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