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Orlando: “Il Palermo non dovrà essere un club satellite. Azionariato popolare? Valuteremo positivamente chi…”

Le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, intervenuto ai microfoni della stampa presso il Palazzo delle Aquile

Mediagol3

Parola a Leoluca Orlando.

Nella giornata di oggi, venerdì 12 luglio, è in programma il Consiglio Federale della Figc, al termine del quale saranno ufficializzate le iscrizioni/partecipazioni ai prossimi campionati. E salvo imprevisti colpi di scena, in Serie B, sarà ratificata l'esclusione del Palermo con il conseguente ripescaggio del Venezia.

Il club di viale del Fante, dunque, si appresta a ripartire dalla Serie D.

Intervenuto ai microfoni della stampa presso il Palazzo delle Aquile per  presentare ufficialmente l'avviso per l'acquisizione di manifestazioni di interesse da parte di società sportive per l'iscrizione del Palermo Calcio al campionato 2019/2020, il sindaco di Palermo ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

"Un elemento positivo di valutazione è rappresentato dal fatto che chi presenterà la domanda per il nuovo Palermo non può essere una società che già gestisce un club di Serie A, B o C. Non vogliamo che una squadra come il Palermo sia ridotta a una squadra satellite, può comunque partecipare chiunque - ha spiegato Orlando -. Valuteremo positivamente anche la società pronta a far partire immediatamente un azionariato popolare che non serva per la governance ma per il controllo. Tuttavia, non è una condizione di partecipazione, ma verrà valutato come criterio positivo nel momento della mia decisione. Chi vuole proporsi deve far capire come vuole coinvolgere l'amministrazione comunale: valuteremo la qualità della proposta. Abbiamo previsto il coinvolgimento della tifoseria con l'azionariato popolare pari almeno al 10% del capitale sociale. Siamo in un momento di grande responsabilità perché si tratta di garantire la presenza del calcio a Palermo. La dimostrazione che si può avere un periodo felice seguito da un momento infelice, forse non è colpa dei marziani".