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Lo Monaco: “Obblighi under in Serie D? Il Palermo dovrà avere giovani “vecchi”, vi spiego…”

Le dichiarazioni rilasciate dall’ex direttore generale del Palermo e attuale amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco

Mediagol40

Il Palermo nelle mani di Hera Hera per tornare grande.

Lo scorso 12 luglio, il Consiglio Federale della Figc, a fronte delle valutazioni della Covisoc, ha decretato l’esclusione dal campionato di Serie B, della compagine siciliana. Il club rosanero, pertanto, è fuori dal calcio professionistico. Adesso, bisognerà ripartire dai dilettanti, con l’obiettivo di provare nuovamente la grande scalata verso i piani alti del mondo del calcio.

A decidere il soggetto a cui affidare la rinascita del club di Viale dal Fante è stato il Sindaco Leoluca Orlando, che nella giornata di martedì, ha annunciato di aver scelto la proposta fatta dalla società di Dario Mirri e Tony Di Piazza, definendola la più consona e la più adeguata alle necessità della società. Questa mattina, il nuovo Palermo ha consegnato la documentazione necessaria per iscriversi al prossimo campionato di Serie D, adesso, la nuova proprietà dovrà attendere le verifiche della Covisoc ed il verdetto della FIGC.

Nel frattempo, l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, intervenuto ai microfoni di Trm nel corso della trasmissione 'Zona Vostra', si è così espresso sulla rinascita dei rosanero e sulle prospettive di risalita nel calcio che conta, partendo dall'importanza della scelta degli Under: "Nella costruzione della squadra in Serie D i giovani sono una scelta basilare. Bisogna avere un gruppo 10-12 giocatori di valore e suddivisi per età, perché la normativa ti obbliga a far giocare un 99, due 2000 e un 2001. Di conseguenza, per affrontare un campionato importante bisognerebbe avere 2-3 soluzioni per ogni fascia d’età. Se si riesce ad avere dei giovani “vecchi”, giovani che non facciano sentire il dislivello rispetto ai giocatori più maturi, allora si riesce a mietere in piedi una squadra di un certo livello. Io questo tipo di campionato l’ho vissuto di recente e so quanto sia importante poter far riferimento a gente che conosce l’ambiente, la categoria e il girone e sa come muoversi".

"Strategia Bari come esempio? Bhè il Bari aveva una buona rosa, non c’erano solo Brienza e Bolzoni, era l’intera rosa ad essere consistente e devastante per la categoria, con tanti giocatori esperti e di un certo tipo - ha proseguito -. L’ideale sarebbe prendere giocatori che la categoria la conoscono, perché non è semplice andare a giocare a Torre del Greco o al Marsala se ti chiami Palermo, non è semplice per niente".