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Bombardini-Mediagol: “Calcio e Coronavirus, dico la mia. Atalanta top, pazzo di Ilicic. Tutto sul nuovo Palermo. A Roma con Totti-Cassano e De Rossi…”

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"Il salto da Palermo alla Capitale è stato psicologicamente molto duro da gestire in quanto mi ritrovai a giocare e competere con grandi campioni del calibro di Batistuta, Candela e Totti, fisicamente ero pronto, il problema è stato a livello tattico e mentale. Io avevo sempre espresso le mie migliori qualità da esterno alto nel classico 4-4-2 e a Roma mi ritrovai a giocare in un modulo, il 3-5-2, che non rispecchiava né esaltava al meglio le mie caratteristiche. Esterni alti giocavano Cafù e Candela, in panchina al mio fianco vedevo Montella, Del Vecchio, Batistuta. La mia prima partita da titolare con la maglia giallorossa in Serie A fu un Milan-Roma,  pensate che giocai da centrocampista centrale con Emerson da una parte e Lima dall'altra. La mia volontà, successivamente a quel periodo difficile, fu quella di ritornare a Palermo, tanto che mi ero già accordato con Rino Foschi su cifre e dettagli burocratici. Poi saltò tutto l'ultimo giorno di mercato ed io non ebbi la possibilità di tornare in una città che amavo, provavo grande nostalgia e sapevo che la tifoseria rosanero mi avrebbe accolto bene, ma l'affare non saltò certo a causa mia. L'ultimo quarto d'ora di mercato, dopo che io e Foschi ci sentimmo per settimane intere, mi chiamò Rino e mi disse «Bomba io non ti posso più prendere, al massimo devo prenderti in prestito». Io volevo che il Palermo mi acquistasse a titolo definitivo, ma era tanta la voglia di tornare che accettai  comunque la proposta del direttore.La cosa che compromise il tutto fu il cambiò delle condizioni del mio contratto all'ultimo secondo,  Foschi modificò le carte in tavola ad un quarto d'ora dalla scadenza della sessione e non esistevano i tempi tecnici per sedersi e rinegoziare il tutto. Ci rimasi molto male, Palermo è una città che ho sempre portato nel cuore. Negli anni trascorsi nel capoluogo siciliano ho imparato anche il palermitano,  in occasione del derby delicatissimo con il Messina, feci stampare una maglia con un cuore rosanero e sotto scritta la frase “Sangu Mio” (sangue mio), soprannome affettuoso riservatomi dai palermitani, idea che alla fine portò anche tanta fortuna perché vincemmo quella partita 1-0 per la gioia di moltissimi tifosi che piangevano felici".

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