Parla Dries Mertens.
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Mertens: “Sono napoletano da sempre, Insigne fuori contro la Svezia? Vi dico la mia…”
Le parole dell'attaccante belga in merito al suo amore ormai sbocciato per la città di Napoli e sul compagno di squadra Lorenzo Insigne...
L'attaccante del Napoli, che forma un super tridente leggero anche assieme a Lorenzo Insigne, si è raccontato in una lunga intervista al Corriere dello Sport. Partendo proprio dal compagno di squadra, lasciato fuori dal ct Giampiero Ventura nella sfida valida per la qualificazione al Mondiale, fallita, con la Svezia: "Ho parlato con lui, mi ha detto che è stata una scelta dell'allenatore. Scelte che chi fa il nostro mestiere deve saper accettare".
IL CALCIO DA BAMBINO - "Mio fratello ha cinque anni più di me e io, quando ne avevo quattro, vedevo i suoi allenamenti. Lo guardavo, ma avevo voglia di tirare calci a un pallone. Una volta non ho retto e sono andato sul campo a giocare con ragazzi che avevano cinque o sei anni. In quel momento mio papà non mi stava guardando ma dopo se n'è accorto e mi è venuto a portare via. L'allenatore della squadra lo ha fermato: 'Si allena con noi, è molto forte'. Lì è iniziato il calcio per me. Cosa avevo nella cameretta? Poco di calcio. Avevo un pallone a terra e niente sul muro. Non avevo un idolo. Giocavo a calcio ma non lo guardavo".
L'INCONTRO CON NAPOLI - "Avevo giocato qui con l'Utrecht. Mi erano subito piaciuto la città e il suo spirito. Quando la società mi ha acquistato sono venuto con tutta la mia famiglia e mi sono ambientato facilmente. E' diverso il sentimento della gente di Napoli per il calcio e i suoi protagonisti rispetto a quello a cui ero abituato in Belgio. Ci sono un calore, una solidarietà che ti aiutano a vivere bene una città che non è la tua. Napoli si stringe attorno ai giocatori della sua squadra, li fa sentire napoletani da sempre".
SU SARRI - "Cosa mi ha insegnato? Il calcio. E' un allenatore che mi piace. E' preparato e scientifico nella cura delle partite. Mi piace come prepara ogni incontro. Sembra che hai già giocato la partita e in campo sembra che la tua squadra abbia un uomo in più. Scudetto? Speriamo. Sappiamo che non abbiamo trenta uomini che possono giocare ma vogliamo fare bene e siamo un punto avanti alle altre squadra".
IL DIFENSORE PIU' DIFFICILE DA AFFRONTARE - "Non lo so, sono tanti. A me piace giocare contro quelli forti, mi sprona, mi spinge a dare il meglio. Quando gioco contro Chiellini, per esempio, mi trovo bene. Mi piace come interpreta il suo ruolo perché è molto tecnico. Ma può anche fare male, quando difende".
ATTACCANTE MODELLO - "Higuain, è un fuoriclasse, è veramente forte. Per questo siamo andati in difficoltà quando è andato via. Era veramente un giocatore fortissimo e quando giocavo con lui sapevo che sa fare cose che non tanti attaccanti sanno fare".
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