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Juventus, Pontes: “Cristiano Ronaldo? Sapevo che sarebbe esploso. Vi racconto di quando…”

Juventus, Pontes: “Cristiano Ronaldo? Sapevo che sarebbe esploso. Vi racconto di quando…”

L'ex tecnico del Debreceni ha raccontato il suo rapporto con il fenomeno portoghese

Mediagol52

L'importanza di Leonel Pontes nella vita di Cristiano Ronaldo.

L'ex tecnico del Debreceni è stato il primo a seguire il fenomeno portoghese ai tempi dello Sporting Lisbona, standogli vicino nel corso della sua prima esperienza lontano dalla famiglia. Nel corso di un'intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'allenatore portoghese ha parlato del suo rapporto con CR7: "Aveva 12 anni, nell’isola di Madeira, l’ho visto per la prima volta nel marzo del 1997 in un torneo di calcio alla Camara de Lobos, mi venne presentato dal suo padrino. Mi dicevano che c’era un giocatore di grande qualità e con caratteristiche uniche. Era un ragazzo magro, sottile come un pennello ma con un occhio vivo e luminoso, un profilo da atleta per la sua età. Era piccolo, ma aveva stoffa. Bastava osservarlo un attimo per vedere che aveva delle ottime qualità con la palla. Per sicurezza ho chiesto informazioni ad alcuni amici allenatori: nessuno aveva visto un giovane con simili potenzialità. Era un giovane che esprimeva grande fisicità. Poi ha rivelato abilità con la palla, naturalmente".

Pontes ha inoltre confessato che non sono mancati i periodi bui, ma anche di come non ha mai smesso di credere nel talento dell'ex Real Madrid: "Ci sono stati momenti difficili, quando voleva tornare a casa. Non bisogna dimenticare che all’epoca aveva solo 12 anni, aveva lasciato l’isola per una grande città, Lisbona, senza alcun tipo di supporto familiare. Alla fine del primo anno di allenamenti, trascorse una vacanza a casa dei miei a Madeira. Mia madre mi ha chiese se quel ragazzo, quel Ronaldo, sarebbe diventato un calciatore. Risposi che ero sicuro, Cristiano sarebbe esploso".

Infine, ha ricordato un particolare aneddoto, volto a dimostrare la dedizione al lavoro di Ronaldo: "Una volta l’ho incontrato alla fine di un allenamento e gli chiesi: 'Che cosa stai facendo? Finito il tuo lavoro in campo dovresti riposare'. E lui: 'Mister, ho bisogno di farlo, ho bisogno di essere veloce con le mie gambe'. Aveva messo i pesi sulle sue caviglie e per un po’ continuò a lavorare così. Quella volta mi fece perdere la pazienza. Ma ora, a distanza di anni...".

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