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Emerson: “Nazionale come una famiglia, vi racconto mia esperienza con il Covid. Ritorno in Serie A? Rispondo così”

Le parole dell'ex Palermo direttamente dal ritiro di Coverciano

Mediagol93

A tutto Emerson Palmieri.

Momento delicato per il calcio colpito - così come tutti i settori - dall'emergenza Coronavirus, che in più di un'occasione ha messo a rischio il normale prosieguo della stagione. A soffermarsi sull'argomento direttamente dal ritiro dell'Italia a Coverciano, è il terzino del Chelsea e della Nazionale azzurra Emerson Palmieri, intervenuto in conferenza stampa per affrontare svariati temi caldi del calcio nostrano.

"Kroos ha detto che si gioca troppo e noi calciatori siamo burattini? Vero che non siamo delle macchine e può succedere ogni tanto di sentirsi stanchi ma giocare a calcio è il nostro lavoro e una passione, per me non è un problema farlo ogni tre giorni, figurarsi qui in Nazionale che è come una famiglia, in cui ci sentiamo fratelli e parliamo di tutto, non solo di pallone. Sappiamo che non è un momento facile ma noi per primi dobbiamo dare il buon esempio. Purtroppo tra infortuni e virus, manca ancora pure il nostro ct, non è semplice preparare una gara importante come quella con la Polonia ma quando si parla della Nazionale dobbiamo dare tutto e fare tutti del nostro meglio per riportarla al top come merita".

L'esterno del Chelsea ha poi raccontato la sua esperienza con il Coronavirus, soffermandosi sulle voci relative ad un suo possibile ritorno in Serie A: "Com'è avere il Covid? Mi ricordo che non è stato facile, quando ho preso il virus. I primi quattro o cinque giorni non ce la facevo nemmeno a camminare. Con tutta l'incertezza, dopo questo che ho passato, noi proviamo ogni giorno di approfittare della vita, di stare vicino alle persone che amiamo. Questo virus non è uno scherzo, io ho 26 anni e ho sofferto molto in cinque giorni. Tutti noi dobbiamo fare attenzione. Rientrerò in Serie A già a gennaio? Dobbiamo aspettare, il calcio quest'anno è un po' strano, come mercato. Purtroppo non sto giocando molto al Chelsea, ma sono sereno e credo che le cose andranno a migliorare, a Londra o in un altro posto. Il mister ha parlato con me, mi ha detto che la cosa migliore è giocare: vediamo fra due mesi, se ho preso un posto al Chelsea oppure vedremo per altro".