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Torino, Petrachi: “Ero il miglior esterno della Serie B. I fischi dei granata mi hanno fatto andare al Palermo”

L'attuale direttore sportivo del Toro: "Resta il rammarico che i tifosi del Torino non mi abbiamo visto giocare ad alti livelli, poi al Perugia ho dimostrato di essere da Serie A".

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Gianluca Petrachi e la rivincita con il Torino.

Intervenuto ai microfoni di SkySport, il direttore sportivo dei granata è tornato a commentare i suoi trascorsi poco limpidi da calciatore del Toro. "Voglio togliermi un peso che ho sullo stomaco da diversi anni. Qua i tifosi mi hanno sempre imputato il fatto che io non sia stato un calciatore che ha lasciato il segno, anche perché sono rimasto per poco tempo. Ecco, io credo che in quella fase i tifosi del Torino non abbiano visto il miglior Petrachi (parla in terza persona, ndr) che era stato scambiato con Vieri - spiega -. Petrachi (continua a parlare in terza persona, ndr) in quegli anni era il miglior esterno della Serie B e perciò fu pagato tanto. Però al Torino non ho trovato un modulo che non era il massimo per le mie caratteristiche: io ero un calciatore da 4-4-2, mentre i granata applicavano un 3-5-2. Per me non aveva senso giocare in quel Torino: il mio esordio l'ho fatto contro l'Inter da seconda punta, quale non ero. Mi sono reso conto di dover cambiare aria: avevo un carattere molto impulsivo e decisi di scendere di categoria un'altra volta e andare al Palermo in Serie B. Resta il rammarico che i tifosi del Torino non mi abbiamo visto giocare ad alti livelli - prosegue Petrachi -. Questo chiaramente lascia il tempo che trova, perché poi ho dimostrato di essere un calciatore da Serie A nel Perugia e qualche anno dopo ho fatto un campionato importante, tant'è che in seguito mi hanno venduto al Nottingham Forest. Un infortunio, purtroppo, ha poi messo fine alla mia carriera da calciatore. Forse, però, questo infortunio è stato anche una fortuna perché mi sono subito buttato su questa idea di fare il direttore sportivo, un'idea che ho sempre sentito dentro. Prima a Pisa e oggi al Torino: credo che questi siano stati degli anni di grande ascesa per il sottoscritto. Con molta umiltà, serietà e silenzio, sto cercando di dare il mio contributo: farlo nel Torino mi gratifica ancora di più, perché qui da calciatore non ho dato nulla. Mentre da direttore sportivo, in questi sette anni, ho prodotto qualcosa".