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Lecce, Liverani: “Niente pasta e alcool per un mese se andiamo in B. Con Miccoli penso al nostro Palermo…”

Lecce, Liverani: “Niente pasta e alcool per un mese se andiamo in B. Con Miccoli penso al nostro Palermo…”

Le dichiarazioni dell'attuale tecnico del Lecce, Fabio Liverani: "Qui sto benissimo e già mi esalto. In caso di Serie B, la piazza non si accontenterebbe di puntare solo alla salvezza"

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"Quando mi ha chiamato il Lecce avevo contatti con due club di B ma, con Alessandro Moggi, abbiamo valutato il progetto del Lecce, a Roma nello studio del presidente Sticchi Damiani. Ci siamo rivisti il giorno dopo, per conoscerci meglio ed è cominciata la mia avventura. Non ho avuto bisogno di informarmi. E' ben nota la serietà dei proprietari del Lecce e del ds Meluso".

Parola di Fabio Liverani. Il coach originario di Roma, intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', è tornato a parlare della sua esperienza in quel di Lecce. Il tecnico dei pugliesi, invincibile da ben diciassette turni, ha firmato un contratto fino al 2019, con una clausola che prevede la possibile risoluzione a fine stagione. Un'opzione che potrebbe esercitare sia Liverani, sia la società.

"Risoluzione a fine stagione? Neppure ci penso. Qui sto benissimo e già mi esalto. In caso di Serie B, la piazza non si accontenterebbe di puntare solo alla salvezza. La clausola? E' stata più che altro una sorta di cautela da parte della società: il progetto legato al salto di categoria poteva essere appesantito dal mio contratto, più quelli dei miei tre collaboratori. Come faccio da subentrato a incidere subito così bene? Studio la realtà nella quale arrivo. E metto sempre il 'noi' davanti all'io. Con me non è il singolo che esalta il gruppo ma il gruppo che esalta la qualità del singolo. A Lecce ho trovato un gruppo del quale posso essere proprio orgoglioso - ha dichiarato l'ex centrocampista del Palermo -. Un rammarico? Il pareggio interno con l'Akragas mi fa ancora rabbia. Con due punti in più, sarei più felice. Ma sono obiettivo e penso al pareggio da noi ottenuto all'ultimo respiro ad Andria. Quale allenatore ha messo il marchio alla mia idea di calcio? Mancini, Delio Rossi, Prandelli e Cosmi mi hanno trasmesso input eccezionali. Ho sbagliato a tentare dopo Genoa subito il riscatto, andando in Inghilterra dopo il divorzio dal Genoa. Avevo voglia di rifarmi, ho sofferto per quell'esonero dopo 6 partite, peraltro senza affrontare neppure un avversario del nostro livello. Ci toccarono Fiorentina, Napoli, Inter, Udinese e Samp. Quale allenatore vorrei scoprire? Sarri e Giampaolo. Fabrizio (Miccoli, ndr) mi riporta idealmente ai colpi spettacolari tra me e lui nel Palermo. Io allenatore della Roma? E perché non della Lazio? Sono tifoso giallorosso, però rimasto legatissimo al club biancoceleste. Ma non sogno. Meglio allora godermi il mio Lecce. Cosa farei in caso di promozione in B del Lecce? La bici non è per me. Ma un fioretto lo farei. Per un mese non mangerei pasta e rinuncerei a bevande alcoliche. Per me sarebbe durissima!".