serie a

Serie A, clamoroso Sconcerti sugli arbitri: “Obbligati ad aiutare le big per fare carriera”

Serie A, clamoroso Sconcerti sugli arbitri: “Obbligati ad aiutare le big per fare carriera”

Mario Sconcerti interviene a gamba tesa sulle polemiche arbitrali: "Non scontentare le big è fondamentale, questa è una regola forzata"

Mediagol40

Tutti contro gli arbitri.

All'indomani della domenica di Serie A, protesta la Lazio, protesta il Torino e anche il Genoa: nel mirino, tre dei direttori di gara più esperti, segnale che è davvero una stagione negativa per l'Associazione Italiana Arbitri.

Sulla delicata questione dei torti arbitrali, che ha scaturito le polemiche di tifosi e società, si è espresso anche il noto giornalista Mario Sconcerti, che sulle pagine del Corriere della Sera, è intervenuto a gamba tesa, soffermandosi anche sul problema VAR.

"Si è reintrodotta la regola che l’arbitro che sbaglia contro una squadra non l’arbitrerà più per molto tempo. Una vecchia legge del taglione che è alla base della maggior parte dei sospetti di questi 90 anni. Un arbitro fa carriera se arbitra grandi partite. Per arbitrarle non deve farsi «squalificare» dalle grandi squadre. Per non farsi squalificare non deve scontentarle troppo. Questo non è un sospetto, è la regola forzata. E alla fine è ancora la grande società che sceglie da chi essere arbitrata. 

Dobbiamo ora scegliere in due, loro e noi. Loro di darsi un protocollo comune, regole certe e universali, tutti nel dubbio guardano tutto, non una volta sì e una no. Noi di capire che le nostre reazioni sono un’altra parzialità, perché un tifoso è di parte. Ma abbiamo diritto a essere trattati tutti alla stessa maniera. E aspettarsi molto di più da Nicchi e il suo mondo".

VAR - "È un errore pensare che il VAR sia scienza. Non lo è. La scienza dà risposte esatte, o sì o no. Il VAR è solo tecnica che può falsare la vita. Più rallenti un’azione e più la cambi. Se guardo una mano al microscopio non vedo dita, vedo un mostro. Non cambia in sostanza il problema di fondo: dobbiamo continuare a fidarci degli arbitri. Il VAR è un moltiplicatore di arbitri, non un taglio".