serie a

La Repubblica: “Così il calcio italiano dribbla il fisco”

La Repubblica: “Così il calcio italiano dribbla il fisco”

La ricostruzione del quotidiano nazionale.

Mediagol40

"Fatture false e procuratori mascherati da consulenti: per il calcio italiano dribblare il fisco era diventato un gioco da ragazzi. Un meccanismo semplice in cui guadagnavano tutti e ci rimetteva solo lo Stato, secondo la Procura di Napoli che ha indagato su 64 tra manager, dirigenti e giocatori e svolto accertamenti su 35 società di A e B. I magistrati ipotizzano violazioni della normativa tributaria e hanno ottenuto dal giudice Luisa Toscano un sequestro “per equivalente” dell’importo complessivo di 12 milioni. Fra gli indagati figurano alcuni big del mondo del pallone tra manager, dirigenti e atleti: come l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, per il quale è stato un disposto un sequestro di circa 240mila euro, i presidenti di Napoli Aurelio De Laurentiis, (8mila) Lazio, Claudio Lotito (28mila) Palermo, Maurizio Zamparini (64mila) Fiorentina, Andrea Della Valle (69mila) Genoa, Enrico Preziosi (30mila) e l’ex amministratore delegato della Juventus, Jean Claude Blanc (37mila). Sotto inchiesta c’è Alessandro Moggi, (figlio di Luciano, l’ex dirigente protagonista dell’inchiesta Calciopoli) agente di calciatori per il quale il sequestro ammonta ad oltre un milione di euro. Si indaga anche sul potente manager argentino Alejandro Mazzoni, che assiste fra gli altri l’attaccante Ezequiel Lavezzi. E proprio da una telefonata tra i due del gennaio del 2012 è partita l’indagine". Così l'edizione odierna de 'La Repubblica' ricostruisce quanto emerso ieri mattina nell'ambito dell'indagine condotta dalla Procura di Napoli e denominata 'Calcio in Fuorigioco'. "Dalle indagini è emerso un sistema, ritenuto illecito, estremamente diffuso: l’agente del calciatore, al momento di una compravendita, figurava nella veste, ritenuta fittizia, di consulente della società. In pratica, pur curando gli interessi dell’atleta, appariva ai fini fiscali come un collaboratore del club che acquistava il giocatore, emettendo così fatture considerate 'oggettivamente inesistenti'. In questo modo, la società deduceva i costi e detraeva l’Iva, l’atleta intascava l’ingaggio al netto pagando meno tasse, il procuratore incassava la sua parte e concludeva l’affare. Dalle perquisizioni scattate nella prima fase dell’indagine è stata sequestrata documentazione ritenuta dai pm utile a sostenere l’ipotesi d’accusa: come gli appunti manoscritti in cui Alessandro Moggi annotava i nomi di alcuni calciatori suoi assistiti pur comparendo come procuratore del club quando questi cambiavano maglia".