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Voglia di derby, voglia di Sicilia… Palermo e Catania ricchezze di questa terra

di Francesco Graffagnini I have a dream... Sogno un derby di allegria, di pura e sana passione sportiva, un derby di colori, di suoni, di odori (perché no), un derby che possa fare da vetrina.

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di Francesco Graffagnini I have a dream... Sogno un derby di allegria, di pura e sana passione sportiva, un derby di colori, di suoni, di odori (perché no), un derby che possa fare da vetrina a quanto di meglio lo spirito e il carattere dei siciliani sanno mettere in campo...non solo su quello verde del rettangolo di gioco, ma sul campo della vita. Bedda Sicilia... La nostra terra è bella – lo dicono in tanti – ma esser ed essere riconosciuti belli non basta, se non lo si è nelle occasioni che contano: e il derby fra Palermo e Catania (ovvero Catania e Palermo) è una di quelle. “Derby orgoglio di Sicilia”. Lo ha detto Walter Sabatini, il direttore sportivo del Palermo. Un uomo venuto dallUmbria, passando per la Capitale, uno che di stracittadine se ne intende, lui ha saputo riconoscere quello che spesso, a noi che siciliani siamo, sfugge. Il derby è una nostra ricchezza: ci sono il sole, il mare, arance, limoni, templi, vulcani, cibo, arte e... calcio in questa Sicilia, cartolina di suggestiva bellezza per sua stessa natura, che non sempre vien messa in bella mostra sullespositore del mondo. In Sicilia abbiamo il calcio di serie A: vi pare poco? Avete idea di quanta gente sul globo terracqueo, attraverso le magie della connessione globale, settimanalmente si sintonizza sulle partite della nostra massima divisione? Basterebbe pensare ai termini di questo smisurato rapporto, per comprendere la portata di un evento quale quello a cui tutti, da dentro e fuori lo stadio Barbera, domani parteciperemo, ciascuno con il proprio contributo. Se non è questa unoccasione da sfruttare al meglio per il bene della Sicilia, ditemi quali altre circostanze meriterebbero maggior attenzione. Delude e deprime che, invece, ancora oggi in prossimità di simili circostanze le uniche e pressanti attenzioni rivolte allevento siano quelle relative ai parametri di sicurezza. Delude e deprime che lo spettacolo di domani, così come avvenne allandata a Catania, debba necessariamente (purtroppo) essere privato della sua “principale essenza”, come lha definita il presidente rosso-azzurro Antonino Pulvirenti: la compresenza di entrambe le tifoserie. Delude e deprime che ci sia ancora qualcuno, fra sostenitori palermitani e catanesi, che parla dellavversario in termini che nulla hanno a che vedere con la rivalità sportiva. Delude e deprime che a volte, in sfortunate circostanze, siano addirittura gli stessi protagonisti professionisti della sfida ad usare toni che non hanno nulla a che vedere con la saggezza della conciliazione civile, ferma restando la contrapposizione sportiva. Ma vi siete mai detti che, se gli stessi presidenti delle due squadre ogni anno affrontano la vigilia del match scambiandosi reciproci complimenti e attestati di stima per quello che le due società (su basi e condizioni diverse) sono fin qui riuscite a fare, un motivo ci sarà? Se per loro è così importante potersi confrontare e stringersi la mano da avversari sul palcoscenico della serie A, avete mai pensato quanto possa esserlo per tutti i siciliani? Il derby, amici, è qualcosa che va al di là di un calcio al pallone, dei moduli tattici, dello spirito di competizione, della lotta per la supremazia regionale: è la dimostrazione che la Sicilia può eccellere, può stare a pieno titolo in serie A ed è in questi termini che va promosso, difeso e valorizzato. Se così per come viene attualmente vissuto e gestito, la forza evocativa dellevento riesce a spingere un giovane tifoso a scendere a Palermo dalla Germania per assistere ad un grande evento sportivo (se glielo chiedete, per lui è ancor meglio di una finale di Champions League), provate a pensare quale potrebbe essere il giusto contorno di una manifestazione vissuta e gestita come la vetrina della sicilianità (quella altamente positiva...naturalmente). Il derby si gioca due volte lanno (come minimo garantito, magari se si è fortunati anche quattro con la Coppa Italia...lasciando da parte per ora le coppe europee): due momenti ottimi per rendere la Sicilia internazionale. A far sì che questa evoluzione abbia inizio siamo tutti chiamati: non può esserci istituzione, professionista dello sport, tifoso, semplice appassionato, semplice siciliano che non si senta coinvolto in questo progetto per arricchire (anche in termini puramente economici) la nostra terra. Ciascuno faccia quello che è in grado di fare... a partire da domani.