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Torino: tornato Di Michele ma tifosi lo contestano

Tratto da "Tuttosport" "Col Toro non si gioca" è l'eloquente doppio senso dello striscione che ieri i tifosi granata hanno esposto per accogliere David Di Michele, uno degli 'epurati' che il.

Mediagol8

Tratto da "Tuttosport" "Col Toro non si gioca" è l'eloquente doppio senso dello striscione che ieri i tifosi granata hanno esposto per accogliere David Di Michele, uno degli 'epurati' che il club non vuole più, ma è costretto a pagare fino a scadenza di contratto. È l'epilogo di una storia triste in tutti i sensi: Di Michele, 34 anni, girovago del pallone, è talmente inviso ai tifosi da non riuscire nemmeno più a sgambettare sul campo, in attesa di trovargli l'ennesima destinazione in prestito. LECCE - L'ultima è stata Lecce, con tanto di sgarbo ai tifosi del Toro, perché il giocatore, sia pure non titolare, ha contribuito alla promozione dei pugliesi, mentre il Torino non ce l'ha fatta. I supporters granata imputano a Di Michele peccati calcisticamente mortali, in campo e fuori. Tra quelli 'tecnici', una stagione da dimenticare (25 presenze e 6 reti, che non bastarono a salvare il Toro dalla B), anche per un rapporto difficile con le Curve, che non lo hanno mai amato. Lui era stato acquistato dal Palermo per 3,8 milioni nel 2007, ma si sapeva che di lì a poco (come infatti avvenne) sarebbe stato squalificato per scommesse: tre mesi fuori per rientrare dopo Natale, ma certo i tifosi non erano entusiasti di quella vicenda. Tanto è vero che quando nel campionato scorso dopo Torino-Crotone si diffusero voci di sospetti una partita venduta, a molti venne in mente una coincidenza troppo facile per non arrivare a pensarla. SITUAZIONE - Adesso è separato in casa ma anche prigioniero - come lo è la società - del contratto in scadenza nel 2011, troppo oneroso per un club di serie B, oltre a una stima tecnica che gli ultimi allenatori (Beretta, Colantuono, Lerda) non hanno mai manifestato per il giocatore. Tra le varie peregrinazioni, c'era stata anche una stagione inglese: West Ham, 2008, senza lasciare traccia. Ma Di Michele è stato anche un giocatore di un certo spessore: i suoi esordi nel Foggia lo indicavano come un promettente attaccante, veloce e tecnico. Poi club importanti come Udinese (con cui conquistò una storica qualificazione in Uefa), Reggina, Palermo e addirittura la convocazione in Nazionale, in cui giocò cinque partite. Ma la grande discontinuità e la vocazione a sbagliare troppi gol cominciarono a suscitare mugugni tra i preoccupati tifosi del Torino, che lo avrebbero magari perdonato se non ci fossero state di mezzo storie di scommesse e di sospetti, davvero troppo per gente abituata da sempre a soffrire come quella della curva Maratona. E infatti gli hanno promesso: se ti ripresenti in campo, saremo sempre qui a contestarti. E il ds Petrachi, non senza imbarazzo nel commentare una situazione che non ha causato lui, assicura: "Questo clima non va bene. Faremo di tutto per preservare i giocatori e non crearci ulteriori danni".