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SERIE A: TUTTI I BILANCI IN ROSSO DEI CLUB

Ogni anno Adriano Galliani dice all'assemblea dei soci del Milan che bisogna ridurre gli stipendi dei calciatori per migliorare i conti. E ogni anno, puntualmente, il costo del personale aumenta. Nel.

Mediagol8

Ogni anno Adriano Galliani dice all'assemblea dei soci del Milan che bisogna ridurre gli stipendi dei calciatori per migliorare i conti. E ogni anno, puntualmente, il costo del personale aumenta. Nel 2010 il costo del "lavoro", ma forse bisognerebbe dire del gioco , della squadra rossonera e di tutti gli altri dipendenti del gruppo è stato di 192,8 milioni complessivi, 14 in più dell'anno precedente, quando c'era già stato un incremento di 2,3 milioni rispetto ai 176,51 milioni del 2008. Così il club posseduto da Silvio Berlusconi è diventato la squadra con la perdita netta di bilancio più alta nella serie A, 69,7 milioni nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2010, come dimostra l'inchiesta del Sole 24 Ore tra i bilanci della serie A 2009-2010. Con l'avvertenza che il Milan e pochi altri club chiudono i conti al 31 dicembre, con l'anno solare, anzichè il 30 giugno, che coincide con la stagione sportiva. Il Milan ha perso qualche spicciolo più dell'Inter, che è in rosso per poco più di 69 milioni nel bilancio al 30 giugno 2010, un'annata con grandi soddisfazioni sportive per i nerazzurri, con lo scudetto e il trionfo in Champions League. Massimo Moratti è stato dunque più virtuoso di Galliani e Berlusconi nell'amministrare la sua società? No, anzi, ha speso più del Milan per il personale, ben 234 milioni secondo il bilancio, pur avendo un fatturato simile, intorno ai 250 milioni. L'Inter ha contenuto le perdite con entrate eccezionali, le plusvalenze da calciomercato per 72,26 milioni netti. Il contributo più importante lo ha dato la cessione di Zlatan Ibrahimovic al Barcellona, nell'estate 2009, per 69,5 milioni, con una plusvalenza di 53,57 milioni. La beffa per Moratti è che dodici mesi dopo Ibra è passato al Milan, per un prezzo molto basso, 24 milioni stando al valore ufficiale dichiarato dal club. E Ibra è stato decisivo per far vincere lo scudetto al Milan.Guardandola secondo i risultati economici, la classifica di serie A è rovesciata rispetto a quella del campo. Inter e Milan, che nel 2009-2010 erano arrivate prima e terza, nei conti sono agli ultimi due posti. E l'As Roma, giunta seconda in quel campionato, è terzultima nella graduatoria dei bilanci, con 22 milioni di perdita netta consolidata e un patrimonio netto consolidato negativo, sul quale il collegio sindacale, i controllori della Covisoc e la Figc hanno chiuso un occhio, anzichè pretendere un'immediata ricapitalizzazione.Da questa prospettiva, coerente con il fair play finanziario voluto dal presidente dell'Uefa Michel Platini (ma molti dubitano che il rigore contabile entri davvero in vigore nella stagione 2012-2013), Milan, Inter e Roma verrebbero quindi retrocesse in serie B. Altro che scudetto e passaggio diretto alla prestigiosa Champions League.Salendo nella graduatoria dei peccatori del pallone, vengono quindi la Sampdoria Holding della famiglia Garrone, con una perdita netta di 21 milioni al 31 dicembre 2009 e il Bari dei Matarrese, in rosso per 19,3 milioni. Curiosa e sfortunata coincidenza, queste due squadre sono retrocesse in B nell'ultimo campionato.Il Palermo di Zamparini ha perso 17,22 milioni e ha abbandonato il primato del 2009, quando aveva avuto il miglior bilancio, con quasi 18 milioni di utile netto. Al tredicesimo posto c'è la Juventus, che ha accompagnato una mediocre prestazione sportiva (settima in serie A) con una perdita netta di 11 milioni. Quest'anno la Juve si è ripetuta nella deludente mediocrità, ancora al settimo posto, ma il bilancio al 30 giugno 2011 sarà notevolmente peggiore: si stima una perdita netta di 70-80 milioni e la necessità di un aumento di capitale di almeno 100 milioni. L'Udinese ha perso 6,92 milioni ed è decima, davanti ad Atalanta (-6,94) e Bologna (-8,27). Ci si avvicina al plotoncino delle squadre virtuose. La Lazio ha chiuso il primo bilancio in rosso, per 1,69 milioni, della gestione Lotito, il quale però quest'anno è arrivato per la prima volta davanti alla Magica. Solo tre club nel 2009-2010 avevano i conti in attivo, Fiorentina, Catania e Napoli. È la società posseduta da Diego Della Valle e dal fratello Andrea a guidare questa mesta graduatoria dei bilanci, con un utile netto di 4,44 milioni al 31 dicembre 2009. Un profitto raggiunto non con la gestione ordinaria ma grazie alle plusvalenze di oltre 17 milioni per la vendita alla Juventus di Felipe Melo, il centrocampista brasiliano pagato 25 milioni due anni fa e ora messo sul mercato da Beppe Marotta per un valore più o meno dimezzato. di Gianni Dragoni, "Il Sole 24 Ore" (Giugno 2011)