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SANNINO A MEDIAGOL: “LA COLPA È SOLO MIA, SONO MOLTO DISPIACIUTO. NON SONO RIUSCITO AD INCULCARE LE MIE IDEE, MA QUESTO GRUPPO È VALIDO. MIO ESONERO NON SARÀ UN PROBLEMA PER PERINETTI. ZAMPARINI SAGGIO, HA CERCATO DI RIMEDIARE ALLA CRISI. GASP…”

Intervista realizzata da Leandro Ficarra e Sarah Castellana Neanche lui ce l’ha fatta: Giuseppe Sannino è l’ennesima vittima di Maurizio Zamparini. L’uragano friulano si.

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Intervista realizzata da Leandro Ficarra e Sarah Castellana Neanche lui ce l’ha fatta: Giuseppe Sannino è l’ennesima vittima di Maurizio Zamparini. L’uragano friulano si è abbattuto anche sul tecnico di Ottaviano, esonerato dopo il pareggio interno contro il Cagliari: troppo poco un punto in tre partite per il patron, che ha deciso di fare fuori l’ex tecnico del Siena, pupillo del direttore generale Giorgio Perinetti, e di puntare su Gian Piero Gasperini. Intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it a poche ore dall’esonero, Sannino ha espresso tutta la sua amarezza per la fine della sua avventura in rosanero. “Lallenatore è il capo, la persona che deve gestire e dirigere, se qualcosa è venuto a mancare la responsabilità è mia. Se parlo in questo modo è perché la penso così, vengo da sette anni di grandi gratificazioni e sono arrivato nel momento più bello della mia carriera in una città straordinaria, ma non sono riuscito a fare ciò che ho sempre fatto. Fa parte della vita, come quando perde il posto di lavoro una persona normale: la si vive in malo modo, è un neo che cerchi di estirparti strada facendo. La vivo male – ha ammesso Sannino -, perché avrei voluto dare a Palermo qualcosa di più. Lo dico col cuore in mano, pensando a queste persone che mi hanno voluto bene fino in fondo. Accetto queste critiche, perché è giusto che ci siano”. Accusato di essere un integralista del 4-4-2 pur non avendo in organico i giocatori adatti per questo modulo, Sannino si è difeso e ha espresso il suo punto di vista. “I tifosi sono straordinari e tutti vogliono dare una mano alla squadra, parlando di moduli e proponendo nuovi schemi, però non è scritto da nessuna parte che bisogna usare lunico modulo adatto ai giocatori che hai a disposizione. Ho giocato per anni con un modulo solo e il giocatore diventa importante quando si rende funzionale. Lemblema è Brienza (trasformato da Conte prima e Sannino poi da trequartista ad esterno di centrocampo, ndr): quando si crede in qualcosa si può giocare in modi che non ci si immagina. Il tifoso paga il biglietto e vorrebbe vedere la formazione ideale, però il tecnico deve dare una fisionomia, è qualcosa di diverso. Mi piace però spiegare il perché si sceglie in un certo modo: ho vinto quattro campionati consecutivi con giocatori che nessuno conosceva. Parte tutto dal cuore. Il calcio non è fatto solo di numeri – ha spiegato l’ormai ex allenatore del Palermo -, ma da quando sono arrivato in Sicilia ho percepito grande partecipazione anche sotto laspetto tattico. Però non andrei a scandagliare molto quello che si sarebbe potuto fare. Cè solo da dire che un allenatore che era chiamato fare un certo lavoro non ha avuto la forza che lo contraddistingueva prima di essere assunto. Solitamente le squadre di Sannino avevano grande forza, ma questa volta non si è visto, non sono riuscito a dare la mia impronta. La squadra ha sempre fatto quello che io ho cercato di dare, a volte si vedeva, altre meno. Questo è il nostro mestiere, non tutte le ciambelle riescono col buco”. L’esonero di Sannino potrebbe creare una importante crepa nel rapporto tra il patron Zamparini e il direttore generale Giorgio Perinetti, che aveva voluto fortemente con sé il tecnico di Ottaviano. “Il rapporto che io ho col direttore va oltre il calcio – ha spiegato Sannino -, ma penso che lui debba continuare a fare il suo lavoro, che ha svolto sempre benissimo. Lui ha fatto sempre un gran lavoro, ovunque sia stato. Non vuol dire che se un allenatore che aveva avuto in precedenza ha toppato debba andare via anche lui. Penso continuerà a Palermo. Le parole del presidente sono sempre per cercare di stimolare la squadra, voleva fare capire anche a noi che è unannata un po particolare, ma che possiamo fare molto di più di quanto fatto finora. È ciò che fa un papà con i propri figli. Il presidente è una persona saggia, anche se vive pur sempre da fuori la situazione. Tanto di cappello se ha cercato di porre rimedio a una situazione, lui ha cercato questa soluzione, la rispetto e gli sono grato per avermi dato la possibilità di conoscere Palermo e i tifosi di questa squadra. Non cero mai stato e lo ringrazio per questa opportunità”. Secondo molti tifosi, dietro il fallimento di Sannino c’è un calciomercato non all’altezza delle aspettative, in cui la squadra non è stata rinforzata come sarebbe stato necessario. Ma il tecnico campano difende i suoi ex giocatori: “Non sono deluso, io ho sempre fatto calcio con i giocatori che mi hanno messo a disposizione, non fuoriclasse ma giocatori che avevano grande cuore e voglia di mettersi in discussione. I ragazzi del Palermo spesso sono alla mercé della critica, ma magari hanno poche responsabilità. Mi dispiace di non aver potuto lasciare qualcosa di me. Porto con me i volti di questi ragazzi. Non ho mai allenato squadre con grandi campioni, ho sempre lavorato con squadre operaie formate da grandi uomini, come è successo anche a Palermo. Togliendo Miccoli non cerano giocatori tecnicamente eccelsi, però cerano ragazzi di qualità, che potevano portarli a diventare qualcuno qui a Palermo. Cera gente retrocessa lanno scorso che poteva avere la possibilità di trovare la conferma qui a Palermo, non cè bisogno di campioni ma di grandi uomini. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi, sono stato io che non sono riuscito a inculcare la cattiveria giusta. Miccoli in questi frangenti si è dimostrato un uomo molto saggio e maturo - ha proseguito Sanino -, in lui ho percepito tanta amarezza, si è preso tante responsabilità nello spogliatoio. Sono felice di aver vissuto questo brutto periodo, perché comunque ho conosciuto tante persone straordinarie”. Il dopo-Sannino a Palermo si chiama Gian Piero Gasperini: l’ex tecnico di Genoa e Inter vuole fortemente riscattarsi dopo la negativa parentesi nerazzurra della scorsa stagione. “Io non lo chiamerò – ha spiegato Sannino -, ma penso che venga qui conoscendo bene i ragazzi, dovrà solo avere tempo anche lui di poter lavorare e potrà dimostrare di essere il grande allenatore che è e riportare il Palermo ai livelli che merita. Bisogna vedere che punti di forza porterà Gasperini, a cui faccio un grandissimo in bocca al lupo. Penso che il mister troverà una squadra con tantissima voglia di far vedere che si può far meglio, che si può voltare pagina. Sono sicuro che succederà questo e che Gasperini riuscirà a far svoltare la squadra”. Ultimo messaggio dedicato ai tifosi del Palermo: Sannino lascia la Sicilia con tanta amarezza, ma anche con qualche bel ricordo. “Sapevo che venire a Palermo sarebbe stata una sfida, parlavo sempre di un giorno da leone e penso di averlo vissuto entrando al Barbera davanti a 25mila persone, nella gara contro il Napoli. È stato un colpo docchio che porterò sempre con me. Scusate se non sono stato allaltezza in questi due mesi, me ne scuso profondamente. Voglio cogliere lopportunità di salutare Palermo e i tifosi, che si sono dimostrati delle persone straordinarie e passionali. Mi dispiace di non essere riuscito a portare in questo stadio che mi ha incantato uno spettacolo decente – ha concluso Sannino -, che potesse soddisfare i palati nemmeno tanto fini dei palermitani. Con ciò non voglio dire che i tifosi rosanero non siano degli intenditori, ma che chiedevano soltanto una squadra combattiva, che sudasse sul campo e lottasse su ogni pallone”.